lunedì 15 novembre 2010

Il Bebop

Il Bebop


In pieno periodo bellico, i locali e le case discografiche si sforzano di far dimenticare la guerra ed i problemi sociali (in primis l'apartheid nei confronti dei neri): le orchestre swing, come quelle celebri di Benny Goodman e Glenn Miller, sono le più adatte a questo scopo e vengono promosse attivamente. Nelle loro file militano soprattutto musicisti bianchi, che hanno assimilato perfettamente il linguaggio swing e si accaparrano le sempre più scarse occasioni di lavoro.
Per i musicisti neri si pongono due obiettivi: liberarsi dai rigidi arrangiamenti delle big band per esprimersi più liberamente e manifestare tangibilmente la loro ribellione a quel mondo ipocritamente sorridente.
Ma nella 52a strada di New York le cose assumono un aspetto diverso: un ragazzo di 19 anni, proveniente da Kansas City, sta improvvisando sopra uno standard ad una velocità pazzesca, con sostituzioni di accordi ardite e mai sperimentate prima: il ragazzo si chiama Charlie Parker.

Il Bop nasce come naturale e spontaneo affrancamento dall'obbligo di intrattenere i bianchi
atteggiamenti considerati irriverenti come non rispondere agli applausi voltare le spalle al pubblico non salutare prima di andarsene, tipici dei bopper venivano considerati dei veri e propri affronti sopratutto se a farlo erano i neri.

I bopper rivendicarono la loro identità, e non intendevano rinunciarci anche nei lavori più tradizionali.
Venne creata una trincea stilistica, una nuova élite musicale in cui i brani venivano suonati a tempi velocissimi e il livello tecnico richiesto agli strumenti era altissimo

Il bop come movimento esploderà quando Gillespie e Parker si incontreranno

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_jazz#Bebop

L'avvento della seconda guerra mondiale, con le ristrettezze e le incertezze che ne conseguirono, pose fine al periodo delle grandi orchestre, la maggior parte delle quali, nel corso del decennio, dovette chiudere.
Bebop 45, da un gruppo di giovani musicisti che si ritrovano a tarda ora alle jam session che si tenevano in due locali di Harlem, il Minton's Playhouse e il Monroe's, nacque uno stile jazzistico nuovo. Questo stile che, con una parola, ricordava il suono di una cadenza caratteristica di due note che ricorreva nei brani in esso eseguito, venne prima detto rebop, poi bebop o semplicemente bop: "Be-Bop" fu anche il titolo di un brano inciso da Dizzy Gillespie nel 1945, che si può dire che segni l'inizio ufficiale del movimento. Il bebop riprendeva molte delle lezioni della musica recente, insegnate da protagonisti come Coleman Hawkins, Art Tatum e Lester Young, aggiungendovi un nuovo approccio al trattamento armonico dei brani, tempi velocissimi, propulsione ritmica non convenzionale e, per la prima volta dalla nascita del jazz, scarsissimo riguardo per la ballabilità e commerciabilità della produzione musicale[17]. I pionieri indiscussi del genere furono l'altosassofonista Charlie Parker e il trombettista Dizzy Gillespie. Parker - che era detto Bird o Yardbird - fu, come già Bix Beiderbecke prima di lui, una figura esemplare di genio autodistruttivo (morì ad appena 35 anni); Gillespie era molto più disciplinato e portato a prendersi cura degli aspetti organizzativi ed economici della propria attività. Nel breve periodo in cui suonarono assieme i due formalizzarono e resero popolare lo stile che avevano inventato, documentato in una serie di incisioni storiche che essi fecero per la "Dial Records". Altri protagonisti del bop divennero allora nomi conosciuti: il pianista e compositore Thelonious Monk e il suo amico (anch'egli pianista) Bud Powell, il batterista Kenny Clarke, il trombettisti Clifford Brown e Fats Navarro, i sassofonisti Sonny Rollins e Sonny Stitt, il batterista Max Roach sono solo alcuni dei protagonisti di questo movimento.
Gillespie e Parker finirono per separarsi, soprattutto a causa delle intemperanze di Bird, che, dopo una permanenza in California, tornò a New York alla testa di un gruppo di cui fece parte, per diverso tempo, il giovane Miles Davis. Dizzy continuò anch'egli la propria carriera da leader, spesso alla testa di orchestre.
Il bebop si caratterizzò come un movimento di musicisti, più che di direttori d'orchestra e di compositori, come testimonia il fatto che le innovazioni da esso apportate non riguardarono praticamente la forma dei brani, che continuò ad essere dominata dalla canzone in trentadue battute AABA e dal blues. Si trattò inoltre di un movimento coscientemente afroamericano: Gillespie ed altri ricordano che una delle motivazionni della loro ricerca era trovare un tipo di musica che i bianchi non potessero copiare. Oltre all'esasperazione ritmica e all'accento che poneva sul virtuosismo strumentale, il bebop trasformò l'approccio armonico, infittendo il tessuto accordale dei pezzi dove trovavano largo impiego accordi di quinta diminuita e toni di colore, e conferendo un andamento orizzontale[18] all'improvvisazione.
Gli atteggiamenti esteriori e lo stile di vita dei boppers, almeno quanto la loro musica, guadagnarono loro l'avversione dei benpensanti e l'attenzione del movimento culturale beatnik, per molti esponenti del quale (Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti) i bopper divennero un punto di riferimento musicale, che citavano nelle loro opere, indicando in Charlie Parker la musa del genere.

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