giovedì 21 luglio 2011

sabato 2 luglio 2011

Jump

Jump (o jumpin'(g) o Jumpy lett. "salto")

Vivace animato in particolare nel ballo tra il 1937 e il 1944 jump sostituisce swing e stomp per tutto quello che nel jazz è allegro e vivace (bounce) jump band, jump music, jump tune La big band di Jimmie Lunceford o i combo di Louis Jordan o di Stuff Smith sono dei prototipi di jump band che più tardi daranno vita alle orchestre di stile rhythm and blues, come quelle di Earl Bostic o di Bill Dogett. In molti pezzi dell'epoca figurano le parole jump o jumpin'
O' Clock jump (Count Basie 1937)http://www.youtube.com/watch?v=zXovJ2kRwFo
Jumpin' At The Woodside (Count Basie 1938)http://www.youtube.com/watch?v=WxSccg5l9fw
Jumpin' Jive (Cab Calloway 1939) http://www.youtube.com/watch?v=TCBLczBiEC4
Jump For Joy (Duke Ellington 1941)http://www.youtube.com/watch?v=kW94GNM9FZo
Jumping Punking (Duke Ellington 1941) http://www.youtube.com/watch?v=asLA20jtnRc
Jumpin' With Symphony Sid (Lester Young 1947) http://www.youtube.com/watch?v=xqqIdeiYC64

sabato 28 maggio 2011

Jazz creolo o jazz negro

Jazz creolo o jazz negro

Nei primi anni del ‘900 i musicisti creoli che provenivano in genere da famiglie piccolo borghesi, avevano ricevuto una discreta se non buona educazione musicale; erano quasi sempre pianisti o clarinettisti, alcuni veramente molto preparati e di buona cultura generale. Anche il colore della pelle e i lineamenti con caratteri negroidi meno marcati favorivano una maggiore integrazione (per quanto in misura molto modesta) o per meglio dire una maggiore accettazione da parte degli ascoltatori bianchi. La loro musica era più raffinata, meno primitiva, risentiva della loro preparazione classica e molti furono compositori, arrangiatori oppure direttori d’orchestra di notevole valore.
Al contrario la musica dei negri, quasi sempre analfabeti, autodidatti come strumentisti, era più sanguigna, istintiva e, per certi versi, rozza e primitiva. Anche gli strumenti adoperati erano quasi sempre di costruzione artigianale, improvvisati o adattati da oggetti di uso comune o suppellettili varie.


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Il termine creolo


Il termine creolo deriva dall'antico castigliano criollo (probabilmente di origine latina), e fu diffuso nelle altre lingue tramite il portoghese ed ilfrancese alla fine del XVI secolo, ha significato di nuovo, di nuova creazione, con costume mutato, di nuova costituzione.
Origine

La parola fu inizialmente applicata alle persone di origine europea nate nelle colonie del Nuovo Mondo, per distinguerle ed enfatizzarne i costumi mutati rispetto agli immigrati di classe elevata nati in Europa.

Il termine e le sue varianti in altre lingue (crioulo, créole, kriolu, criol, kreyol, kriulo, kriol, krio, etc.) possono far riferimento a:
una persona di origine europea nata nelle colonie spagnole, francesi o portoghesi d'America
un meticcio nato da un genitore indigeno ed uno bianco, in particolare nelle Antille e nell'America centromeridionale
una lingua creola, ossia un linguaggio nato da un pidgin di lingue europee e locali nelle colonie, o tra lingue originali diverse.

In alcuni paesi, il termine è poi spesso associato ad altri significati:
negli Stati Uniti, ai meticci della Louisiana, con particolare riferimento a New Orleans
in Venezuela, a persone, animali o cose di origine locale, (come il termine castizo in Spagna).

Il qualificativo di criollo si dà, poi, per estensione a tutto ciò che è prodotto da criollos o nell'ambito della cultura creola, come ad esempio ilcavallo criollo, il pan criollo o vals criollo (valzer peruviano) e quindi come sinonimo di "nazionale" (soprattutto nel Cono Sud).
Il significato esteso

Il significato che appare evidente ed ha significato nella cultura umana, ed è per "derivato" ma anche di "di nuova costituzione".

La nuova costituzione non si deve intendere come semplice modifica o variante anche sensibile dell'esistente, ma bensì propriamente diverso, con una derivazione consistente e soprattutto confluente cioè proveniente sensibilmente da diverse provenienze (sia pure in maniera non del tutto paritaria) e quindi diversa dalle originali. La deriva infatti comporta una mescolanza sostanziale delle parti originarie dove ognuna afferisce in modo sostanziale (ed è questa la diversità rispetto ad una semplice influenza).

Gli effetti più noti, ben verificati in qualche specifico caso nella evoluzione umana, sono quelli delle culture creole o quello ancor più noto dellelingue creole, a mezzo dei pidgin.

Condizione pressoché obbligata alla costituzione di una cultura creola è la presenza di una parte trainante ma la assenza di una componente eccessivamente dominante tra le costituenti. In sintesi è necessario che la debolezza reciproca induca la permeabilità reciproca delle parti che afferiscono per costumi, vocabolario, usi ecc. (Una forte dominanza produrrebbe il mantenimento di una separazione tra la dominante e le minori).

È curioso notare che, previo un periodo di approssimazione e disordine in cui le culture afferenti "coabitano" in parte con strumenti comuni sia comportamentali che linguistici modesti, con l'avvento della generazione successiva si costituiscono delle solide regole comuni su usi, costumi, cibi, che in seguito sono assolutamente definite ed uniformate, indistinguibili come origine. Le regole assumono valore comune, condiviso, le lingue si dotano di una struttura complessa economica ed assolutamente organica, del tutto simili per complessità e perfezionamento alle altre lingue. La cultura assume coscienza di sè ed autostima; di norma esiste sempre una cultura di maggior incidenza (ma non di dominanza) e questo determina una impronta specifica culturale, linguistica, morale a cui però non sono esenti le altre.



http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_creola








L'acid jazz

http://it.wikipedia.org/wiki/Acid_jazz
http://en.wikipedia.org/wiki/Acid_jazz


L'acid jazz è uno stile musicale jazz che incorpora elementi funk, soul, unendoli alla musica elettronica e che, rielaborando il concetto di fusion, punta alla integrazione di numerosi elementi musicali contemporanei.
L'acid jazz si contrappone a quella tendenza del jazz rap che su basi di musica jazz gioca con le parole, ed al contrario focalizza maggiormente sulla componente musicale


L'acid jazz nasce sul finire degli anni ottanta in Inghilterra. La prima testimonianza discografica risale al 1987 con "Acid Jazz and other illicit grovees" su Urban Records, nella quale vengono definiti gli stilemi del nuovo genere e dove sono presenti oltre a Jamie Principle (la parte acid/soul), James Taylor Quartet (la parte jazz-funk).
In seguito i due DJ produttori Gilles Peterson ed Eddie Piller saranno fra gli animatori del genere. Gilles Peterson è un DJ radiofonico ed animatore del Dingwalls a Londra e conia il termine Acid Jazz su ispirazione della acid house e dal jazz contaminato con il funk e con l'Acid rock degli anni a cavallo tra i '60 ed i '70. Sul finire degli anni ottanta escono quattro raccolte della BGP che collezionano il meglio di quel suono (tra gli altri Funk inc, Charles Earland, Brother Jack McDuff). Peterson fonda nel 1989 l'etichetta discografica Talkin' Loud distribuita da Polygram, della quale si ricordano tra gli altri: il gruppo Galliano (sono presenti due ex Style Council, White e Mick Talbot) con la loro fusione di jazz, soul e hip hop; gli Incognito gruppo che ruota attorno a Jean Paul 'Bluey' Maunick con la collaborazione delle cantanti Maysa Leak e Jocelyn Brown, dei quali memorabile è "Jazz/Funk" (1981); i Marxman con i loro hip hop politicamente impegnato e gli Young Disciples; per ultimo il soul di Omar con "There's Nothing Like This".
Eddie Piller, veterano della scena Northern soul e Mod, fonda invece l'Acid Jazz Records (agli inizi con Peterson). Questa etichetta divenne famosa per le compilation "Totally Wired", in cui veniva illustrato e lanciato il genere di frontiera "acid jazz". Questa etichetta lancerà l'artista che diventerà più popolare nel genere: Jamiroquai. La prima uscita del "folletto inglese" è con il singolo "When you gonna learn" (con l'introduzione suonata con il singolare strumento australiano didgeridoo). Jamiroquai, la cui musica è fondamentalmente un mix tra disco music, soul, Jazz e Funk (l'influenza di Stevie Wonder sembra chiara in "Emergency On Planet Earth" del 1992) che si trasformano in sonorità garage house nelle versioni remix di alcuni suoi singoli, strapperà un contratto miliardario alla Sony.
Altri artisti prodotti dall'Acid Jazz Records] sono i Brand New Heavies, i quali - anche per merito della bravissima cantante statunitense N'Dea Davenport - ottengono un discreto successo persino negli USA con l'album "Brother, Sister" (e lanciandosi anche in duetti con rappers americani come Guru, ad esempio nell'album Heavy rhyme). Alcune hit acid jazz sono venute dagli US3 come "Cantaloop" (una cover di Cantaloupe island di Herbie Hancock).
Interessante anche l'album "Antidote" di Ronny Jordan.
In Italia grande successo hanno riscosso le performance dell'ex tastierista dei Prisoners James Taylor con il suo James Taylor Quartet, di cui citiamo l'album "Wait a minute" (su Urban) con una notissima cover del tema della seconda stagione della serie televisiva di Starsky & Hutch ("Gotcha", brano di Tom Scott).
Sul versante più funky, grandi attenzioni sono state riversate sui Freakpower gruppo creato da Norman Cook (già negli Housemartins e noto successivamente come Fatboy Slim) ed il cantante trombonista Ashley Slater. Da ricordare il loro album "Drive-thru booty" (Island, 1994) con i brani "Turn on, tune in, cop out" e "Get in touch".
Altra etichetta di frontiera è stata la Mo-Wax: grande impatto ebbe la versione di "For what it's worth" (originale dei Buffalo Springfield) da parte dei Love T.K.O., gruppo più trip hop che acid jazz.

Alcuni dei maggiori artisti
http://it.wikipedia.org/wiki/Brand_New_Heavies
http://it.wikipedia.org/wiki/Galliano_(gruppo_musicale)
http://it.wikipedia.org/wiki/Incognito_(gruppo_musicale)
http://it.wikipedia.org/wiki/Jamiroquai
http://it.wikipedia.org/wiki/James_Taylor_Quartet
http://it.wikipedia.org/wiki/Jazztronik
http://it.wikipedia.org/wiki/Link_Quartet
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Conte_(musicista)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ronny_Jordan
http://it.wikipedia.org/wiki/Swing_Out_Sister


L'ultima parte delle serate in cui sarà trattato l' Acid Jazz sarà interamente dedicato al acid jazz italiano



Nicola Conte noto per avere introdotto un innovativo stile di acid jazz incorporando elementi di bossanova

http://www.youtube.com/watch?v=nIzEk8wKIYs
http://www.youtube.com/watch?v=W_2zA1Be57M
http://www.youtube.com/watch?v=W_2zA1Be57M
http://www.youtube.com/watch?v=Q6JItj1oRis
http://www.youtube.com/watch?v=_NdIRja-Kzc
http://www.youtube.com/watch?v=z2fd36Yz_U4
http://www.youtube.com/watch?v=r2fXwjkxmRY
http://www.youtube.com/artist/Nicola_Conte?feature=watch_video_title


Link Quartet

http://www.youtube.com/watch?v=vG1dWnzRGPU
http://www.youtube.com/watch?v=NmDFGoYBb4c
http://www.youtube.com/watch?v=HBd0awPlhfA
http://www.youtube.com/watch?v=Ka7zNE5gW_g
http://www.youtube.com/watch?v=lWAvQWUe1W8
http://www.youtube.com/watch?v=cs1xXIg3h_0
dal vivo http://www.youtube.com/watch?v=p_2Vr5p7K0Y


Paolo Achenza Trio

http://www.youtube.com/watch?v=yB8CboecvkA
http://www.youtube.com/watch?v=1zCyz-rlBJ0
http://www.youtube.com/watch?v=nihT5351-EI
http://www.youtube.com/watch?v=ZEMcu32cHOQ

a Domani :-)

giovedì 5 maggio 2011

Latin jazz Merengue, Mambo Jazz Samba Bolero Cha cha cha

Merengue



Merengue e il tasso nazionale della Repubblica Dominicana e rappresenta una sintesi dei 3 elementi che hanno formato la cultura del paese. Il gruppo musical di merengue "tipico" è formato da güira (contributo del nativo), tambora (Africa) e fisarrmónica (Europa).]

La parola merengue significa libero dell'uovo battuto con zucchero il quale si usa per preparare una sorta di dessert bianco. Non si conosce il vero motivo per cui questa parola sia stata associata a un genere musicale, si pensa però che sia a causa del ritmo esuberante, circolare e suevo del partner che ricorda il sapore di un dolce.







Il mambo è un genere musicale nato a Cuba



La storia del mambo comincia nel 1938, quando fu presentata una canzone ballabile intitolata Mambo scritta da Orestes e Cachao López. Nel corso degli anni alla musica fu associata una tipica danza, tuttora in voga soprattutto all' Havana, Città del Messico, New York city e nei corsi di ballo latino-americano, con alcune varianti rispetto all' originale.

Gli strumenti a percussione che lo caratterizzano sono le congas, i bonghi, le maracas, la clave e la cabasa.

Negli anni cinquanta e sessanta sono stati molti gli artisti e le orchestre ad essere protagonisti di questo genere musicale; in quel periodo la notorietà e il successo della maggior parte di loro sono però rimasti circoscritti ai paesi dell' America Latina, con l'eccezione di Perez Prado, e di Xavier Cugat e sua moglie, la cantante americana Abbe Lane.



Jazz samba



Con jazz samba (o jazz-samba) si intende un particolare stile musicale che fonde il jazz con i ritmi, gli strumenti, la melodia tipici della bossa nova brasiliana.

Il nome deriva dal titolo di quello che è comunemente ritenuto il primo disco del genere, Jazz Samba, appunto, di Stan Getz e Charlie Byrd, del 1962. La retrocopertina del disco recita opportunamente: "Two jazz solist play, fresh, contemporary sounds from modern brasilian folk music".

In precedenza, nell'ambito della musica leggera o cinematografico e in ambito jazz, si era utilizzato il termine samba per indicare brani, normalmente ballabili, suonati da grandi orchestre, sui ritmi tropicali tipici del carnevale e dello stereotipato "folklore" carioca così come veniva avvertito negli Stati Uniti. Analogamente per quanto avveniva con i ritmi caraibici, tanto di moda negli anni cinquanta, e cubani.

L'ingresso della musica brasiliana negli Stati Uniti risale agli anni venti, ma ha i suoi momenti di massima popolarità negli anni '30 e soprattutto negli anni quaranta.

Un primo esempio è il film musicale Flying Down to Rio del 1933 (Carioca) con Fred Astaire e Ginger Rogers.

È il grande successo della cantante, ballerina e attrice Carmen Miranda che, dai primi anni quaranta, impone in tutti gli Stati Uniti (e da qui nel resto del mondo) la musica ed il folklore brasiliano. Famosa per i suoi copricapo "tutti-frutti" (tipicamente un casco di banane che usava per rimediare alla sua piccola statura), diventa nel 1945 la più pagata artista hollywoodiana. Paradossalmente, Carmen Miranda era portoghese, ma diventa il simbolo della spensieratezza attribuita allo stile di vita di Rio de Janeiro, di Copacabana, delle spiagge, dei locali notturni e dei luoghi "alla moda" dell'assolato Brasile.

Siamo negli anni in cui, a causa della seconda guerra mondiale, i magnati di Hollywood e il governo di Washington spinsero al massimo la diffusione del prodotto hollywoodiano più frivolo importando qualsiasi cosa potesse compiacere il gusto del pubblico. Il Sud America fu uno dei luoghi da cui si importarono stili, cliché e tanta musica. È di quegli anni, il successo di Amado mio, Ultima vez, Brazil e Tico Tico e l'introduzione dei ritmi cubani e messicani, adattati al gusto nord-americano, che sono conosciuti come salsa, rumba, mambo, chachachá.

Altri esempi della penetrazione della musica brasiliana (e dell'America Latina in genere), rivista ed adattata dall'industria dello spettacolo statunitense, sono i film della Disney a cartoni animati, Saludos Amigos (del 1943) e The Three Caballeros (del 1945), che introducono alcune canzoni divenute "standard" e simboli musicali dello stereotipo del Brasile: Tico Tico, Brazil e Bahia.

Tico Tico, tipico esempio di choro per chitarra (Tico-Tico no Fubá), fu inciso anche da Charlie Parker nel 1951 nel suo disco "latino" prodotto da Norman Granz.

Il jazz inizia a contaminarsi con i ritmi sudamericani nella seconda metà degli anni '40. Tra i primi, Dizzy Gillespie che, nella sua grande orchestra, inizierà a a mescolare il suo be bop con il calypso caraibico (un po' per rendere più accessibile la sua musica al tempo suonata da una orchestra che difficilmente poteva definirsi "da ballo", un po' perché realmente appassionato del genere). Il grande trombettista rimarrà sempre legato ai ritmi cubani e caraibici per tutta la sua lunga carriera.

Un tentativo degno di nota, ma poco fortunato, fu quello dell'altosassofonista "cool" Bud Shank che, nel 1953, incise due album con Laurindo Almeida, chitarrista brasiliano scoperto a Rio de Janeiro da Stan Kanton e con la cui orchestra aveva suonato negli Stati Uniti. Il risultato, i due volumi Brazilliance, sono considerati un anticipo della bossa nova. Stan Kanton stesso, negli anni cinquanta non rimase indifferente ai ritmi del samba e Almeida continuò a suonare il suo jazz "brasiliano" approfittando anche dell'esplosione del genere nei primi anni sessanta.

Fu, infatti, solo nel 1962, e nei due anni successivi, che si ebbero i primi veri grandi esempi di "fusion" tra il jazz e i ritmi brasiliani, anche perché, nel frattempo, era nata la bossa nova per opera principalmente di Antonio Carlos Jobim, Vinicius de Moraes, João Gilberto e i ragazzi che si riunivano a casa di Nara Leão a Rio de Janeiro. Tra i più importanti, oltre al citato Jazz Samba, sono i successivi dischi di Stan Getz con Luiz Bonfá e soprattutto con João Gilberto e Astrud Gilberto (con il successo di Garota de Ipanema) e l'album di Jobim con Frank Sinatra del 1967.

Dal successo di quei primi esempi di "fusion" tra due generi così diversi, ma che seppero così bene convivere, molti tra i principali jazzisti americani tentarono di ripercorrere la strada intrapresa da Getz e interpretarono a loro modo la musica brasiliana. Tra questi Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Coleman Hawkins, Cannonball Adderley e molti altri musicisti e cantanti americani per i quali era un "must" realizzare dischi in coppia con i brasiliani più in voga.

Il 1962 fu un anno estremante prolifico in tal senso. Pur senza incidere la celebre Desafinado, il primo disco americano con "bossa nova" nel titolo suonato da musicisti brasiliani fu probabilmente Cannonball's Bossa Nova di Cannonball Adderley che lo realizzò per la Riverside nel dicembre del 1962 con una straordinaria formazione che comprendeva alcuni reduci dal concerto alla Carnegie Hall come Sergio Mendes e i membri del suo gruppo, tra i quali il batterista Dom Um Romao. Persino Coleman Hawkins sarà, suo malgrado, coinvolto nella frenesia di cavalcare l'onda della musica brasiliana in un non riuscitissimo disco prodotto dalla Impulse! Records intitolato Desafinado: Coleman Hawkins plays Bossa Nova & Jazz Samba. Il grande tenor-sassofonista non poteva essere da meno di Stan Getz, quindi già nel settembre del 1962 "Hawk" fu mandato da Bob Thiele in sala d'incisione con un gruppo non del tutto all'altezza per registrare i nuovi classici di Jobim e soci. Miles Davis l'anno successivo non poté sottrarsi alla moda e nel disco realizzato con l'orchestra di Gil Evans, Quiet Nights registrò una bella versione di Corcovado.

Tra i più attivi nel diffondere il nuovo stile negli Stati Uniti, la casa discografica Verve Records e Creed Tylor che produssero i dischi di Astrud Gilberto, Stan Getz e Antonio Carlos Jobim, ma anche la Columbia Records che per prima pubblicò, senza successo, i famosi dischi brasiliani di João Gilberto.

In seguito divennero popolarissimo il brasiliano Sergio Mendes che, con le sue orchestre, mantenne elevata la popolarità della Musica Popolare Brasiliana (o MPB) negli Stati Uniti e la introdusse in Giappone portando all'estero anche molta musica brasiliana emersa dopo il boom della bossa nova.

Ancora, Chick Corea, maestro della fusion, utilizzò spesso, in modo innovativo, il ritmo brasiliano (proprio all'epoca in cui suonava con Getz).

Da ricordare, infine, Herbie Mann, flautista e grande "contaminatore", che già negli anni '50 aveva inserito delle congas nella sua formazione (influenzato dalla musica africana) e che contribuirà a sostenere il successo della bossa nova già nei primi anni '60 (con un disco di bossa nova registrato a Rio con Mendes), e che poi non disdegnerà di suonare reggae, funk e qualsiasi cosa gli capitasse all'orecchio.

Il nome di Stan Getz è rimasto sinonimo di jazz e bossa nova. Lo stile jazz samba (che però, come detto, è principalmente bossa nova) è diventato consuento e parte integrante del linguaggio jazzistico come nei decenni precedenti lo erano stati il blues, la musica di Tin Pan Alley e quella dei grandi compositori americani. Le grandi canzoni di Jobim, soprattutto, sono divenute degli "standard" del jazz e della musica d'intrattenimento al pari di quelle di Cole Porter e Irving Berlin.

Col tempo l'interesse per lo stile bossa nova è un po' declinato ed è spesso associato alla musica da "night-club" come forma di intrattenimento "d'atmosfera" per la rilassatezza delle sue linee melodiche suonate su una base ritmica "soft" che manca della forza della originale "batida" così come l'avevano intesa João Gilberto, Jobim e i loro seguaci.



Paradossalmente, l'incontro tra i due principali generi musicali del continente americano, non avvenne per opera di coloro che li avevano inventati e ne avevano fatto la storia e stabilito le caratteristiche.

Il jazz nordamericano è sostanzialmente dovuto all'influenza dei ritmi africani mescolati con la musica europea e folcloristica dei bianchi. Allo stesso modo, ma con modalità completamente diverse, la musica brasiliana, nasce dall'unione dei ritmi importati dagli schiavi con la musica portoghese e dai ritmi indigeni (la musica brasiliana, come il suo popolo, ha tre anime).

In entrambe le situazioni, tradizione musicale europea, tradizioni religiose (protestanti al nord, cattoliche al sud), si sono mescolate al temperamento dei neri che sono stati i maggiori interpreti, innovatori e animatori della musica dei due sub-continenti.

La vera "fusion" tra il jazz nordamericano ed il samba (musica) brasiliano (nella loro forma più moderna) avviene invece ad opera di musicisti bianchi. La bossa nova era una forma di samba totalmente reinventato da un gruppo eterogeneo come collocazione geografica, ma del tutto omogeneo come caratteristiche sociali: si trattava di bianchi della società borghese, modernista e ispirata dal nuovo vento di risveglio economico e nazionalistico, del Brasile di Juscelino Kubitschek. Il jazz con cui si fuse, ad opera dei suoi stessi inventori, negli Stati Uniti nei primi anni sessanta, era quello di un musicista di successo come Stan Getz, che molto doveva al vero jazz nero, ma che era uno dei maggiori esponenti della musica più cool, amata dal grande pubblico, bianco, quello che comperava i dischi e votava nei referendum delle testate specializzate.

In ogni caso, il jazz nero stava già cambiando in modo vorticoso negli stessi anni (ad esempio per opera di John Coltrane) e poco dopo anche la musica brasiliana sarebbe cambiata.



Il bolero



Il bolero è una danza di origine spagnola nata alla fine del XVIII secolo.

È caratterizzato da:

un tempo in 3/4

un ritmo netto (spesso scandito da tamburi).

Alcuni esempi celebri di bolero sono:

Bolero op.19 in La minore', opera del 1833 di Frédéric Chopin

Bolero, opera del 1928 di Maurice Ravel

Mercé, dilette amiche (bolero di Elena, da I Vespri Siciliani, opera di Giuseppe Verdi del 1855).

A Cuba il bolero ha avuto origine verso la metà del XIX secolo a Santiago, dove è stato completamente reinventato rispetto alla tradizione spagnola ed è diventato una danza caratterizzata da un tempo in 2/4. Da Santiago il Bolero si è poi diffuso in tutta l'isola, negli altri Paesi caraibici e nel resto del mondo.

Pepe Sanchez, (nato Jose Sanchez a Santiago de Cuba il 19 marzo 1856 e morto il 03 gennaio del 1918) è conosciuto come il creatore del bolero cubano. Tra i più importanti autori di Bolero si ritrovano poi Omara Portuondo, Ibrahim Ferrer, Beny Moré, il portoricano Rafael Hernández, i messicani Agustín Lara, Jose Feliciano e Luis Miguel, l'ecuadoriano Julio Jaramillo e il cileno Antonio Prieto.





Cha cha cha



Il Cha cha cha è una danza latino-americana.

Nato a Cuba nei primi anni del XX secolo, si chiamava in origine Cha Cha. In seguito fu contaminato da altre danze: Mambo, Rumba, Danzón e Son.

Esistono 4 differenti ipotesi sul significato letterale dell'espressione "Cha Cha Cha":

Attributo onomatopeico strettamente legato al ritmo della danza, scandito dal tempo delle percussioni.

Riproduzione del suono prodotto dalle scarpe durante la danza, in particolar modo nel triplo passo.

"Cha cha" è il nome di un sonaglio cubano, propriamente adoperato durante la danza.

Riproduzione del suono emesso dallo sbattere dei piedi sulla battigia.

Il "Cha Cha Cha" è una danza relativamente semplice da apprendere, ma i passi di base sono leggermente più complicati di quelli di altre danze. Il ritmo che viene contato durante l'esecuzione dei passi è: "due-tre-cha cha cha".

Passi base:

tempo 2: il ballerino con il suo piede sinistro trasferisce il peso del corpo in avanti, tenendo il piede destro fermo (la ballerina trasferisce il peso in dietro).

tempo 3: il ballerino trasferiasce il peso del corpo verso il dietro tenendo fermi entrambi i piedi (la ballerina trasferisce il peso in avanti).

tempo 4 e 1 (o cha cha cha) il ballerino esegue uno chassé verso la propria sinistra (la ballerina fa lo chassé verso la propria destra).

Si ricomincia invertendo il ruolo tra la ballerina e il ballerino.

Tra i cha cha cha più celebri possiamo ricordare Torero di Renato Carosone e Cha cha cha della segretaria di Michelino & il suo complesso.

Il soul jazz e il Groove

Soul jazz

Il soul jazz è un genere musicale sviluppatosi dall'hard bop, cui aggiunse forti tinte blues, gospel e rhythm and blues.

A differenza dell'hard bop, il soul jazz enfatizzava una pulsazione ritmica più ripetitiva, con cadenze melodiche più stilizzate e assoli meno complessi rispetto a quelli praticati in altri stili. Nonostante la condivisione della parola "soul",

il "soul jazz" e la "soul music" sono generi abbastanza distanti: nella soul music, le influenze blues e gospel sono molto

più 'importanti.Il soul jazz si sviluppò negli anni cinquanta e raggiunse il picco della sua popolarità negli anni settanta, benché molti elementi dello stile, così come molti degli interpreti, siano rimasti popolari anche nei primi anni del XXI secolo. Formazione caratteristica di questo genere era il piccolo gruppo, spesso sotto forma di un trio d'organo, un trio cioè in cui la parte della tastiera era assegnata ad un organo Hammond, uno strumento che giocò un ruolo di particolare importanza per questo genere, cui diede molti protagonisti: Bill Doggett, Charles Earland, Richard "Groove" Holmes, Les McCann, Jack McDuff, Jimmy McGriff, Lonnie Smith, Don Patterson, Jimmy Smith e Johnny Hammond Smith. Il sax tenore mantenne nel soul jazz un ruolo da protagonista e fu suonato da musicisti quali Gene Ammons, Eddie "Lockjaw" Davis, Eddie Harris, Houston Person, Stanley Turrentine. Il sax contralto fu invece lo strumento peferito da Lou Donaldson e Hank Crawford. Una registrazione famosa di soul jazz è ad esempio "The In Crowd" di Ramsey Lewis (1965).

http://it.wikipedia.org/wiki/Soul_jazz

http://en.wikipedia.org/wiki/Soul_jazz



Groove

Una diramazione della Soul Jazz, Groove trae le sue tonalità dal blues e si concentra soprattutto sul ritmo. Talvolta indicata come "Funk" si concentra sul mantenimento del ritmo continuo "gancio 'complimentato con leggerezza da ornamenti strumentale e, a volte lirico. Groove è pieno di emozioni gioiose che invita gli ascoltatori a ballare. Assoli improvvisati sono tenuti subordinato al ritmo e il suono collettivo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Funk

http://en.wikipedia.org/wiki/Rare_groove

http://en.wikipedia.org/wiki/Jazz-funk

http://en.wikipedia.org/wiki/Groove_(music)

Fusion

Fusion (chiamato anche Jazz rock fusion o Jazz rock) è un genere musicale emerso alla fine degli anni sessanta e primi settanta che combina elementi di jazz, rock e funk.

Questo stile coniuga stilemi tipici del jazz ad una strumentazione tipicamente rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento, dove linee tipicamente funk tendono a sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia, più in generale, nella struttura del pezzo.

Rispetto al jazz rock, suo antesignano, la fusion è quindi caratterizzata da sonorità più morbide e leggere, spesso considerate easy listening (facile ascolto), in quanto più vicine alla struttura armonica di un brano pop piuttosto che jazz.

Molti critici ritengono che le prime incisioni fusion siano Hot Rats di Frank Zappa (1969) e i due dischi In a Silent Way (1969) ed il doppio album Bitches Brew (1970) di Miles Davis. Tra i protagonisti che seguirono, uno dei gruppi più rappresentativi di questo genere sono i Weather Report di Wayne Shorter e del tasterista austriaco Joe Zawinul, band fondata in Australia nel 1969 anche se è ancora caratterizzata da un jazz-rock ibrido. Ma a definire nel modo migliore il termine "fusion" è il celebre Spectrum di Billy Cobham considerato pioniere poiché è il primo album fusion con un chitarrista rock, Tommy Bolin.

A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria : accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei, eccellenti virtuosi, quali il violinista francese Jean Luc Ponty (in realtà di formazione Davisiana), il suo connazionale e batterista Pierre Moerlen (Pierre Moerlen's Gong), gli inglesi, ex Canterburiani, Soft Machine e i giapponesi Casiopea ; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz . Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i raffinati The Crusaders (celebre la loro Street Life), il tastierista brasiliano Eumir Deodato, già attivo da diversi anni con un jazz (bossa) rock piuttosto accattivante ed immediato e, ancor di più, un suo collega di strumento, l’americano Jeff Lorber, influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. Addirittura, a quest’ultimo si deve, probabilmente, l’adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff Lorber Fusion". Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi lavori, contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico.

All'inizio degli anni ottanta nasce la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso commerciale che vuole essere il più vasto possibile.

Molte le formazioni che si sono cimentate con questo genere, sia capeggiate da nomi famosi come gli Headhunters di Herbie Hancock, i Tribal Tech di Scott Henderson e Gary Willis, Chick Corea (con i Return to Forever e la Elektric Band), John McLaughlin e la sua Mahavishnu Orchestra, sia completamente nuove, come gli Yellowjackets, Spyro Gyra, Uzeb, Steps Ahead, Chuck Mangione, e poi altri musicisti che tra collaborazioni e esperienze da leader hanno reso popolare una branca importante della musica jazz, tra i quali vanno senz'altro ricordati Pat Metheny, Mike Stern, John Scofield, Frank Gambale, Marcus Miller e Allan Holdsworth. A molti di questi musicisti si deve il merito di aver saputo ricondurre questa forma più moderna e commerciale del jazz allo spirito iniziale, salvandolo da una certa banalizzazione e riconferendogli una dignità strumentale e compositiva più autenticamente jazz. Tant'è vero che in taluni casi si parla più propriamente di jazz fusion.

I pionieri del jazz-rock italiano furono gli Area (1972), i Perigeo (1972), Arti & mestieri (1974) e i Napoli Centrale (1975). Lo stesso Pino Daniele ha "venato" di fusion (in molti momenti in modo estremamente personale), almeno la metà della sua discografia. Degni di nota artisti successivi che segnarono la "svolta" fusion in Italia, tra cui alcuni lavori di Roberto Gatto (1980), i Lingomania (1984), Gianluca Mosole (1985), Francesco Bruno (1987) e l'ottimo Nico Stufano. La Turin Jazz Rock School è una delle etichette italiane di artisti appartenenti al genere che ha avuto negli ultimi anni significativi riscontri a livello internazionale con artisti quali Arti & Mestieri, Esagono, Venegoni & co, Beppe Crovella, Furio Chirico, Paolo Ricca Group, Mass media, Combo Jazz, Freelance, Marco Gallesi, Ebano, Enrico Cresci.



Selezione di alcuni artisti e album rappresentativi


Billy Cobham & George Duke - Live on tour (1976)

Casiopea - Eyes Of The Mind (1981)

The Jeff Lorber Fusion - "Water Sign" (1979)

Stanley Clarke - Journey to Love (1975), School Days (1976)

Billy Cobham - Spectrum (1973), A funky thide of signs (1975), Life & Times (1976)

Larry Carlton - MR.335 Live In Japan (1977)

Chick Corea - Light as a Feather (1973), My Spanish Heart (1976), Chick Corea Elektric Band (1986), Light Years (1987), Eye of the Beholder (1988), Five Peace Band (2009)

Return to Forever - Return to Forever (1972), Light as a Feather (1973), Hymn of the Seventh Galaxy (1973), Where Have I Known You Before (1974), No Mystery (1975), Romantic Warrior (1976)

Larry Coryell - Spaces (1970), Barefoot Boy (1971), Introducing The Eleventh House (1974)

Miles Davis - Miles in the Sky (1968), Filles de Kilimanjaro (1969), In a Silent Way (1969), Bitches Brew (1970), A Tribute to Jack Johnson (1971), Live-Evil (1971), On the Corner (1972), Big Fun (1974), Get Up with It (1974), Water Babies (1976), Agharta (1975), Pangaea (1975), We Want Miles (1982), Star People (1983), Tutu (1986)

Al Di Meola - Land of the Midnight Sun (1976), Elegant Gypsy (1978), Splendido Hotel (1980)

Herbie Hancock - Fat Albert Rotunda (1969), Crossings (1972), Sextant (1973), Head Hunters (1973), Thrust (1974), Mr. Hands (1980)

John McLaughlin - My Goals Beyond (1971), Johnny McLaughlin - Electric Guitarist (1978)

Mahavishnu Orchestra - The Inner Mounting Flame (1971), Birds of Fire (1972), Between Nothingness & Eternity (live) (1973), The Lost Trident Sessions (1999)

Marcus Miller - The Sun don't Lie (1993), Silver Rain (2005)

Pat Metheny - Bright Size Life (1976), Pat Metheny Group (1978), American Garage (1979)

Jaco Pastorius - Jaco Pastorius (1976)

Shakti - Shakti (1976)

Jean-Luc Ponty - Upon The Wings Of Music (1975), Enigmatic Ocean (1977)

Weather Report - Weather Report (1971), I Sing the Body Electric (1972), Sweetnighter (1973), Mysterious Traveller (1974), Tale Spinnin' (1975), Black Market (1976), Heavy Weather (1978), 8:30 (1979)

Tony Williams Lifetime - Emergency! (1969), Turn It Over (1970)

Frank Zappa - Hot Rats (1969), Waka/Jawaka (1972), The Grand Wazoo (1973)

Joe Zawinul - Zawinul (1970), Dialects (1986)

Dave Weckl - Hard Wired(1994)

Dave Weckl - Masterplan (1990)

Area - Arbeit macht frei (1973)

Area - Caution radiation area (1974)

Area - Crac (1975)

Arti e Mestieri - Tilt (1974)


A History of Jazz-Rock Fusion

http://it.wikipedia.org/wiki/Fusion

http://en.wikipedia.org/wiki/Jazz_fusion



Questa sera, non riesco a crearvi la selezione dei brani perchè la linea è troppo lenta, il prossimo martedì lo farò



Vale la pena parlare brevemente anche dei vari stili di musica che si sono fusi con il jazz (ma il genere non si chiama fusion, perchè il termine fusion riguarda propriamente il jazz-rock ) come spiega wiki inglese Le origini stilistiche del jazz fusion sono:

il jazz post-bop, free jazz,psychedelic rock, funk, 20th century classical music, blues-rock, world music.



Molti artisti e musicisti jazz iniziano ad un certo punto una musica sperimentale che estende i suoi confini al di la del jazz

pur conservando molte caratteristiche, nasce così il genere jazz fusion ma anche altri tipi di fusioni tra jazz e altri generi musicali, come l'acid-jazz ad esempio.

Ci sentiamo la settiama prossima per la scelta dei brani vi lascio un altro post da leggere che parla del blues... ricordando che molti artisti jazz si sono esibiti anche nei generi blues e affini.Artisti come Nina Simone ed Ella Fitzgerald per esempio

Il jazz manouche (o gipsy jazz)

Il jazz manouche (o gipsy jazz) è uno degli stili del jazz. Si definisce jazz manouche quello stile musicale melodico cadenzato in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda (chitarre, bassi, violini...), tipico delle band tzigane. Questo genere musicale trae la sua origine dall'irripetibile esperienza artistica del chitarrista Django Reinhardt, che ne è considerato l'ideatore e il suo massimo esponente: egli ha reso possibile l'unione tra l'antica tradizione musicale zingara del ceppo dei Manouches e il jazz americano.

Il frutto di questa unione è un genere che coniuga la sonorità e la creatività espressiva dello swing degli anni '30 con il filone musicale del valse musette francese ed il virtuosismo eclettico tzigano.

Il gipsy jazz ha continuato ad evolversi per tutto il corso del secolo scorso ed ancora oggi continua ad affascinare i tanti appassionati. Tra i contemporanei vi sono Bireli Lagrene, Romane, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Manomanouche ed altri.





Il gypsy sta tornando di moda, offre una visione dell'improvvisazione opposta a certo jazz (quello più classico), è musica estremamente popolare (zingara): si parla di improvvisare sugli accordi e non sulla tonalità, quindi si usano prevalentemente arpeggi e questo colora molto la musica, aggiungici che il tutto è sempre in levare swingato e che le strutture dei brani son molto semplici, pochi accordi in AABA, e capirai quanto questo genere sia il sogno di ogni chitarrista (sassofonista ecc) che ama l'improvvisazione libera.

Consigliatissime le canzoni di Django come “Minor Swing” (utilizzata anche come colonna sonora in una parte del film “Chocolat”), ”J'attendrai” e “Nuages”; ma anche canzoni folk come “Les Yeux Noirs”, “Latcho Drom” e “O Pati Naschella”.

l Gypsy Jazz ha avuto origine in Francia, nei primi anni '30, ed ha avuto come fondatore un certo Django Reinhardt, uno zingaro proveniente dal Belgio.

Dopo un lungo girovagare per l'Europa, il suo gruppo nomade si fermò alla periferia di Parigi, dove Django risiederà per quasi tutta la sua carriera. Quando era giovane, era successo un fatto che cambiò radicalmente la sua carriera: la roulotte della famiglia fu divorata da un incendio; Django riportò gravi ustioni, tanto da perdere l'uso della gamba destra e di parte della mano sinistra (l'anulare e il mignolo, distrutti dal fuoco, furono saldati insieme dalla cicatrizzazione).

Reinhardt dovette abbandonare quindi il banjo (strumento che fino a quel momento suonava) per dedicarsi alla chitarra, molto più facile e morbida da suonare. Forse anche la sua menomazione ha contribuito a far sì che il suono che esprimeva con ogni nota fosse unico ed inimitabile. Anni dopo anche Toni Iommi, grande chitarrista dei Black Sabbath, affrontando lo stesso problema di menomazione avrebbe preso spunto da lui per continuare a suonare.

Questo genere musicale in Francia è comunemente chiamato “Manouche”. Il nome deriva dal ceppo zingaro dei manouche, detti anche Sinti. In questi gruppi di nomadi lo stile musicale veniva tramandato oralmente di generazione in generazione, dal padre al figlio, proprio perché non era usuale scrivere spartiti o cose simili.







La strumentazione è prevalentemente acustica, e la line-up standard (quella ad esempio del “Quintette Du Hot Club”, gruppo dove Django ha suonato per alcuni anni) è composta da due chitarre ritmiche, un violino,un contrabbasso e una chitarra solista; questa struttura è poi soggetta a variazioni in base al numero di musicisti.

La tecnica è particolare e differisce da altri generi musicali, infatti non è presente la batteria, e il ritmo viene dato dalle chitarre ritmiche con una particolare tecnica chiamata “la pompe”.

È un genere molto complesso essendo un sottogenere del jazz, e ovviamente la parte di improvvisazione è fondamentale. Le due chitarre ritmiche danno un accento percussivo e ritmato, che fa da sottofondo alla parte melodica della chitarra solista, che propone il tema principale.

Il Gypsy è definito anche “jazz europeo”, perché è sì nato in Francia, ma, essendo stato sviluppato dagli zingari, che come sappiamo sono nomadi, ha acquisito le culture musicali dei posti più svariati. Si può insomma dire che questo genere sia un mix delle culture musicali di tutta Europa, e non solo.

Molti brani di questo genere sono pezzi appartenenti alla discografia di Django, ma anche pezzi folk di vari luoghi europei riarrangiati in chiave Gypsy, oppure “standard jazz” (brani pop degli anni '20 e '30) anch'essi rivisti e adattati a questo genere.

Da ascoltare poi stupendi standard come il motivetto “All of me”, la virtuosistica “After you've gone” e ”Caravan”.



Il Gipsy Jazz ha continuato ad evolversi per tutto il corso del secolo scorso ed ancora oggi continua ad affascinare tanti appassionati. È importante ricordare che è stato ed è ancora oggi molto influenzabile da altri stili musicali, quali il flamenco o lo swing.

E non è affatto un genere morto e sepolto... anzi! Artisti contemporanei come The Rosenberg Trio, Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Tchavolo Schmitt, Romane, Fapy Lafertin e l'italiano Dario Pinelli stanno portando avanti la tradizione del genere in modo magistrale (ascoltare per credere!).

Questa musica trasmette emozioni diverse in ogni pezzo che si ascolta, ha il potere di accompagnarti in viaggi stupendi tra atmosfere romantiche e sognanti, rivelando ogni volta sfumature e sensazioni che l'ascolto precedente non era stato in grado di percepire.

Una calda giornata afosa di mezza estate o una tempesta appena placatasi, un fanciullo che gioca nel cortile di casa o il motivetto alla radio che accompagna una partita a carte in un bar semideserto: tutto questo è quello che il Gypsy trasmette, sensazioni, figure e paesaggi diversi che si incontrano con suoni e melodie inconfondibili.

E allora il mondo diventa quello della tranquillità e della spensieratezza, un mondo che oggi non esiste più, un mondo che questa musica riesce a ricreare alla perfezione, e anche se non lo si è vissuto, lo riesce a far divenire nostro... Almeno per il tempo di una canzone.


Django Reinhardt
Joseph Reinhardt
Bireli Lagrene
Angelo Debarre
Stochelo Rosenberg
Dario Pinelli
Joscho Stephan
Stéphane Grappelli
Caravan Palace





http://it.wikipedia.org/wiki/Jazz_manouche

http://en.wikipedia.org/wiki/Gypsy_jazz



http://www.djangoreinhardt.it/home.htm

Trovate la serata jazz qui

giovedì 31 marzo 2011

Speciale 8 marzo jazz donna

Speciale 8 marzo jazz donna
Più tardi una scelta tra le più grandi interpreti italiane e straniere

Sarah Vaughan
Billie holiday
Betty Carter
Nina Simone
Ella Fitzgerald
Dinah Washington:
Rosemary Clooney
Anita O'Day
Betty Rochè
Jula De Palma
Norah jones
Caterina Valente
Cassandra Wilson
Dianne Reeves
Rachelle Ferrell
Tiziana Ghiglioni
Astrud Gilberto
Shirley Horn
Etta James
Etta Jones
Diana Krall
Peggy Lee
Flora Purim
Bessie Smith
Eliane Elias



speciale 8 marzo jazz donna
una scelta tra le più grandi interpreti italiane e straniere





una scelta tra le più grandi interpreti italiane e straniere



Sarah Vaughan

http://www.youtube.com/watch?v=GID9SwXkxlI&feature=fvst

http://www.youtube.com/watch?v=x8cFdZyWOOs

http://www.youtube.com/watch?v=0Q9quncGZ6k

http://www.youtube.com/watch?v=XhrKPH_CZN8





Billie Holiday

Nel 1939, sfidando le discriminazioni razziali che colpivano i neri, cantò una canzone coraggiosa,

Strange Fruit: il frutto era il corpo di un nero ucciso dai bianchi ed appeso a un albero.

La canzone divise il pubblico; la Holiday poté eseguirla solo se la direzione del club lo consentiva previamente.



http://www.youtube.com/watch?v=h4ZyuULy9zs Strange Fruit:

http://www.youtube.com/watch?v=d7ENPQzlUpY

http://www.youtube.com/watch?v=iiJWrzwE9oQ

http://www.youtube.com/watch?v=YtqjW2uhBT4

http://www.youtube.com/watch?v=Yq5LiRoYCBo



Betty Carter



http://www.youtube.com/watch?v=iemkYXz8UNs

http://www.youtube.com/watch?v=TZ5E7kz9VQ0

http://www.youtube.com/watch?v=PAreYWTHcJc

http://www.youtube.com/watch?v=8ODC5neAXxE





Nina Simone



http://www.youtube.com/watch?v=GUcXI2BIUOQ

http://www.youtube.com/watch?v=TI8F6DbB2cE

http://www.youtube.com/watch?v=1diLW4bbRi0

http://www.youtube.com/watch?v=hNR9Bkhw2hc

http://www.youtube.com/watch?v=qIp4wSN_YUw



Ella Fitzgerald



http://www.youtube.com/watch?v=PbL9vr4Q2LU

http://www.youtube.com/watch?v=DEaDj6TXiQQ

http://www.youtube.com/watch?v=mQouJdvB80U

http://www.youtube.com/watch?v=io0uqrp9dco



Dinah Washington:



http://www.youtube.com/watch?v=OmBxVfQTuvI

http://www.youtube.com/watch?v=ipc1DWfJhg4

http://www.youtube.com/watch?v=emkqc3PIw8E

http://www.youtube.com/watch?v=OnopVYzg0-w

http://www.youtube.com/watch?v=-FsqEG_3p5g



Rosemary Clooney



http://www.youtube.com/watch?v=soKB9DBX9Oc

http://www.youtube.com/watch?v=bzUfmh3G9AE

http://www.youtube.com/watch?v=MbQjDxA7g-M

http://www.youtube.com/watch?v=vyCNNrc8F_s

Anita O'Day



http://www.youtube.com/watch?v=X8BqFbzpiVg

http://www.youtube.com/watch?v=zRN7B_L_NTE

http://www.youtube.com/watch?v=lbwZ_dLgvR0

http://www.youtube.com/watch?v=xw3ha-_pXck

http://www.youtube.com/watch?v=8UZ0xqdP2rw



Betty Rochè



http://www.youtube.com/watch?v=nTyZdQqalGY

http://www.youtube.com/watch?v=k9dVud2gxUw

http://www.youtube.com/watch?v=iayNmmpODNg



Jula De Palma



http://www.youtube.com/watch?v=tZ9fNo4USzA

http://www.youtube.com/watch?v=scLtlrFkJWk

http://www.youtube.com/watch?v=sGGso9Gr9Yo

http://www.youtube.com/watch?v=CzPlmYJLMog



Norah jones



http://www.youtube.com/watch?v=fd02pGJx0s0

http://www.youtube.com/watch?v=jmf6Oehm1OA

http://www.youtube.com/watch?v=fBuZBW4ys_Q

http://www.youtube.com/watch?v=NN7dCwbDDJ0



Caterina Valente



http://www.youtube.com/watch?v=wcePuiBTofA

http://www.youtube.com/watch?v=NHzCVGJRekE

http://www.youtube.com/watch?v=_sbY2w8pTZ4

http://www.youtube.com/watch?v=Qh5000xpGk4



Cassandra Wilson



http://www.youtube.com/watch?v=ySVWeao57m8

http://www.youtube.com/watch?v=RG-li24ui2E

http://www.youtube.com/watch?v=-s5JtoUbUxI

http://www.youtube.com/watch?v=M87W8-BsfBM



Dianne Reeves

http://www.youtube.com/watch?v=dlFj9iCnaIE

http://www.youtube.com/watch?v=79RwWXpQrNY

http://www.youtube.com/watch?v=M2Lk-15UEK4

http://www.youtube.com/watch?v=CI6UMlZrGVI



Rachelle Ferrell



http://www.youtube.com/watch?v=en6kmiX0SDc

http://www.youtube.com/watch?v=tGYPXB_8h8w

http://www.youtube.com/watch?v=qdtwon67Uqg



Tiziana Ghiglioni



http://www.youtube.com/watch?v=WpF1Hj6rPYY

http://www.youtube.com/watch?v=7aU7Gd6qNCs

http://www.youtube.com/watch?v=xg00RNrbgBw

http://www.youtube.com/watch?v=q2-Dd_aNjDs



Astrud Gilberto



http://www.youtube.com/watch?v=sT2BloTgw7k

http://www.youtube.com/watch?v=86MwK3TT9og

http://www.youtube.com/watch?v=DVYRwd8hhX0

http://www.youtube.com/watch?v=O5ZaMRbVbag

http://www.youtube.com/watch?v=QaqBnw9xA34



Shirley Horn



http://www.youtube.com/watch?v=4KjtTvVdt3U

http://www.youtube.com/watch?v=AZOAQGLvYcw

http://www.youtube.com/watch?v=vSL5AHhpi6U



Etta James



http://www.youtube.com/watch?v=lMjaVkxnLpg

http://www.youtube.com/watch?v=uVI254QGSQ4

http://www.youtube.com/watch?v=YApNirMC9gM



Etta Jones



http://www.youtube.com/watch?v=08IR-eq-RMc

http://www.youtube.com/watch?v=VAjkIc8RrsY

http://www.youtube.com/watch?v=nSCNnXt15DE





Diana Krall



http://www.youtube.com/watch?v=Yr8xDSPjII8

http://www.youtube.com/watch?v=4uEl5Z5DEDw

http://www.youtube.com/watch?v=qVCgf6_M7i4

http://www.youtube.com/watch?v=d8RYUZT57XA



Peggy Lee



http://www.youtube.com/watch?v=qe9kKf7SHco

http://www.youtube.com/watch?v=tbnA78ravpY

http://www.youtube.com/watch?v=JGb5IweiYG8



Flora Purim



http://www.youtube.com/watch?v=0zsb5rMncYU

http://www.youtube.com/watch?v=5gXz9RndzzY

http://www.youtube.com/watch?v=qiVeuRHxrGc

http://www.youtube.com/watch?v=l74PaRaaYE4



Bessie Smith



http://www.youtube.com/watch?v=meuwKhPGItk

http://www.youtube.com/watch?v=8Who6fTHJ34

http://www.youtube.com/watch?v=zCrtErmipXE

http://www.youtube.com/watch?v=6MzU8xM99Uo



Eliane Elias



http://www.youtube.com/watch?v=SaqIRDKW8Ds

http://www.youtube.com/watch?v=MK0OuQoAJOE

http://www.youtube.com/watch?v=1d8jbA0_9oo

http://www.youtube.com/watch?v=BNfAofMmygI

http://www.youtube.com/watch?v=4gyB1meDJVI



_________________

La serata jazz dedicata alla giornata internazionale della donna finisce qui... ma non dovrebbe finire l'impegno per sostenere la donna nella ancor troppo difficile situazione
in cui si trova Purtroppo ci saranno donne che non sanno neppure che l'8 marzo esista, non sapranno neppure che hanno dei diritti. Ci saranno donne che non sanno ne leggere ne scrivere, donne che nella loro vita hanno preso più schiaffi e pietre che carezze. più insulti che apprezzamenti e parole buone, più cattiveria di bontà. A Loro sopratutto a Loro va il mio pensiero

Il free jazz

Il free jazz è una forma di jazz nata tra New York e Chicago, nei primi anni sessanta, parallelamente al sorgere delle grandi battaglie razziali di Martin Luther King e, soprattutto, di Malcolm X: Black Power sarà sempre un marchio distintivo dei musicisti "Free". Ha rivestito e riveste, perciò, una grande valenza sociale.
Come indica il nome si tratta di un tipo di musica libera, completamente al di fuori degli schemi: uno dei limiti estremi raggiunti negli anni è stata la partitura per quintetto che prevedeva la libera improvvisazione contemporanea, di tutti gli strumenti secondo l'estro del momento. I caratteri di novità di questo stile rispetto ai precedenti consistono nella frammentazione e irregolarità del ritmo e della metrica, nella atonalità che può arrivare fino al rumorismo, nell'assorbimento di tradizioni musicali provenienti da ogni parte del mondo (tanto che può essere considerato un antenato della World Music) e soprattutto nella tensione, intesa come intensità e liricità, che talvolta assume caratteri orgiastici e liberatori.
Tra i brani che meglio rappresentano la nascita di questo stile ricordiamo: Free Jazz di Ornette Coleman (considerato il padre di questa musica sperimentale)


alcuni esponenti free jazz di rilievo




Art Ensemble of Chicago
Albert Ayler
Anthony Braxton
Archie Shepp
Bill Dixon
Cecil Taylor
Don Cherry
Eric Dolphy
Gato Barbieri
Giuseppi Logan
John Coltrane
John Tchicai
John Zorn
Leroy Jenkins
Lester Bowie
Masada
Muhal Richard Abrams
Ornette Coleman
Paul Bley
Peter Brotzman
Pharoah Sanders
Roscoe Mitchell
Sun Ra
http://en.wikipedia.org/wiki/Free_jazz
http://it.wikipedia.org/wiki/Free_jazz


http://en.wikipedia.org/wiki/Avant-garde_jazz
http://en.wikipedia.org/wiki/Free_improvisation


Note: è un genere di jazz non di facile ascolto che piacerà agli appasionati più a chi si avvicina al jazz
è molto simile al jazz d'avanguardia di cui tratteremo le prossime volte. che però è diverso in armonia e struttura
http://en.wikipedia.org/wiki/Avant-garde_jazz

Il jazz d'avanguardia o avant-garde jazz

Il jazz d'avanguardia o avant-garde jazz , o anche avant-jazz è un evoluzione del free jazz L'avant-gard è anche un movimento stilistico che coivolgerà altri generi musicali, il passo successivo all'Avant-garde jazz sarà il Fusion dove il jazz inizierà a fondersi con altri generi musicali, anche se propriamente con fusion si intende la fusione tra jazz e rock, si usa anche come termine generalizzato per altri generi di fusioni tra jazz e ogni altro genere musicale dopo gli anni 60-70
dove il jazz si estende oltre ai confini più ristretti dei generi dagli anni 20 agli anni 50...


http://en.wikipedia.org/wiki/Avant-garde_jazz

I principali esponenti di questo genere musicale sono in parte musicisti del free jazz e in parte musicisti noti anche per il genere fusion

Tra quelli più noti per il jazz-d'avanguardia che non altri generi di jazz ci sono.
George Adams
The Bad Plus
Django Bates
Han Bennink
Ed Blackwell
Ernest Dawkins
Scott Fields
Mike Garson
Globe Unity Orchestra
Joe Harriott
Roy Haynes
Theo Jörgensmann
Jeanne Lee
Joe McPhee
Medeski, Martin, & Wood
Misha Mengelberg
Kenny Millions
Don Pullen
Sam Rivers
Arto Tunçboyacıyan
Alexander von Schlippenbach

Soul jazz

Soul jazz
Il soul jazz è un genere musicale sviluppatosi dall'hard bop, cui aggiunse forti tinte blues, gospel e rhythm and blues.
A differenza dell'hard bop, il soul jazz enfatizzava una pulsazione ritmica più ripetitiva, con cadenze melodiche più stilizzate e assoli meno complessi rispetto a quelli praticati in altri stili. Nonostante la condivisione della parola "soul",
il "soul jazz" e la "soul music" sono generi abbastanza distanti: nella soul music, le influenze blues e gospel sono molto
più 'importanti.Il soul jazz si sviluppò negli anni cinquanta e raggiunse il picco della sua popolarità negli anni settanta, benché molti elementi dello stile, così come molti degli interpreti, siano rimasti popolari anche nei primi anni del XXI secolo. Formazione caratteristica di questo genere era il piccolo gruppo, spesso sotto forma di un trio d'organo, un trio cioè in cui la parte della tastiera era assegnata ad un organo Hammond, uno strumento che giocò un ruolo di particolare importanza per questo genere, cui diede molti protagonisti: Bill Doggett, Charles Earland, Richard "Groove" Holmes, Les McCann, Jack McDuff, Jimmy McGriff, Lonnie Smith, Don Patterson, Jimmy Smith e Johnny Hammond Smith. Il sax tenore mantenne nel soul jazz un ruolo da protagonista e fu suonato da musicisti quali Gene Ammons, Eddie "Lockjaw" Davis, Eddie Harris, Houston Person, Stanley Turrentine. Il sax contralto fu invece lo strumento peferito da Lou Donaldson e Hank Crawford. Una registrazione famosa di soul jazz è ad esempio "The In Crowd" di Ramsey Lewis (1965).
http://it.wikipedia.org/wiki/Soul_jazz
http://en.wikipedia.org/wiki/Soul_jazz

Groove
Una diramazione della Soul Jazz, Groove trae le sue tonalità dal blues e si concentra soprattutto sul ritmo. Talvolta indicata come "Funk" si concentra sul mantenimento del ritmo continuo "gancio 'complimentato con leggerezza da ornamenti strumentale e, a volte lirico. Groove è pieno di emozioni gioiose che invita gli ascoltatori a ballare. Assoli improvvisati sono tenuti subordinato al ritmo e il suono collettivo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Funk
http://en.wikipedia.org/wiki/Rare_groove
http://en.wikipedia.org/wiki/Jazz-funk
http://en.wikipedia.org/wiki/Groove_(music)

lunedì 28 febbraio 2011

Il jazz modale



Il jazz modale (modal jazz) è uno degli stili del jazz nato nella seconda metà del '900, la cui pietra fondante è datata anni cinquanta e consiste nel libro di teoria musicale Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization (The art and science of tonal gravity) di George Russell. Dal punto di vista discografico, quasi tutti i critici identificano in Kind of Blue di Miles Davis (1959) come il primo album modale della storia del jazz, anche se alcuni lavori precedenti già ne preannunciavano la diffusione, come ad esempio Somethin' else di Julian Cannonball Adderley (1958, con Miles Davis) e Milestones di Miles Davis (1958, con Cannonball Adderley). Altri album notevoli furono in seguito My Favorite Things del 1960 e Impressions del 1963 di John Coltrane e Maiden Voyage di Herbie Hancock del 1965.



Principi



Il jazz modale sostanzialmente svincola la progressione degli accordi dalla tonalità del brano (cioè non richiede che gli accordi siano necessariamente rispondenti alle regole dell'armonia tonale, ossia costruiti per armonizzazione dei vari gradi della tonalità). Inoltre associa ad ogni accordo differenti scale "modali", ciascuna con una sua tonica, dalle molteplici e differenti sfumature, sempre in maniera indipendente e svincolata dalla tonalità. Nell'analizzare questo genere musicale si può infatti parlare di applicazione successiva di differenti scale modali (non necessariamente diatoniche, ma ad esempio anche pentatoniche) invece che di successione di accordi: nella composizione di frasi e periodi musicali si usano frammenti di scale modali fra loro in relazione, mentre il passaggio da un periodo ad un altro (caratterizzato da altro accordo o scala modale) avviene mediante particolari soluzioni melodiche, senza che i suoni siano mai in evidente relazione con una tonalità. Si ragiona quindi prevalentemente in maniera scalare (ossia pensando "per scale") e le stesse armonizzazioni e costruzioni di accordi possono muovere su tutta l'estensione di una data scala, potendo impiegare potenzialmente qualsiasi nota. Viene così a perdersi la simbiosi tra armonia e melodia che aveva contraddistinto tutta la produzione jazzistica fino all'avvento del jazz modale.

Nasce come reazione al Bebop e all'Hard bop, che avevano incrementato le strutture jazzistiche con progressioni armoniche di tipo tonale caratterizzate da numerosi accordi diversi e numerose sostituzioni armoniche, spesso accompagnate da un ritmo ossessivo, opponendo ad essi la ricerca di una situazione musicale più distesa e di maggior distensione sia sul tempo che sull'armonia.

Il metodo sortisce i suoi primi effetti alla fine degli anni cinquanta e si sviluppa anche nella metà degli anni sessanta con l'intento di portare innovazione nel linguaggio jazzistico e soprattutto per distaccarsi dall'aggressività dell'Hard bop.

Inoltre questo nuovo stile sfruttava scale sostitutive, accordi (svincolati dalla tonalità) costruiti per intervalli di quarta o quinta (anziché per terze, come nella musica tonale tradizionale) e più libertà nel fraseggio.



Aspetti tecnici





Primi autori utilizzatori del '900 furono Miles Davis, e Bill Evans corresponsabile, perché detentore della parte armonica e perché precedentemente lavorò alla corte del pianista George Russell, inventore di questo metodo. Inoltre Russell ci indica anche John Coltrane col suo lavoro Giant Steps. I voicing vengono sviluppati su poche scale armoniche prestabilite e spostati su di esso, senza "cadenzare" (ricordiamo "So What" e "Milestones"). Le scale non derivano più da alcun sistema, sono indipendenti, ma collegabili tra loro. In seguito troviamo Wayne Shorter come principale compositore ed esecutore di brani modali complessi. Alcune regole:

Si possono usare progressioni tipiche e appartenenti ad un dato sistema scalare.

Si possono creare collegamenti scalari nuovi, armonizzando più o meno le scale tra loro.

I metodi usati sono i vecchi sistemi di collegamento tra le scale:

collegamento tramite un basso comune a più battute o pedale, mentre la parte armonica superiore varia.

collegamento tramite il legame della nota caratteristica tra le scale.

I metodi moderni (Persichetti, Miller) propongono un riutilizzo delle vecchie scale modali in chiave moderna. Le scale vengono ordinate in base alle sfumature di colore tra loro: dalla più chiara alla più scura. Si va dalla:

Lidia

Ionica

Misolidia

Dorica

Eolia

Frigia

Locria



http://it.wikipedia.org/wiki/Musica_modale

http://en.wikipedia.org/wiki/Modal_jazz





http://www.georgerussell.com/



http://it.wikipedia.org/wiki/George_Russell

http://it.wikipedia.org/wiki/Mulgrew_Miller

http://it.wikipedia.org/wiki/Andrew_Hill

http://it.wikipedia.org/wiki/Kate_Higgins

http://it.wikipedia.org/wiki/McCoy_Tyner

http://it.wikipedia.org/wiki/Mal_Waldron

http://it.wikipedia.org/wiki/Onaje_Allan_Gumbs

http://it.wikipedia.org/wiki/Jackie_McLean

http://it.wikipedia.org/wiki/Don_Cherry

http://it.wikipedia.org/wiki/Michiel_Braam

http://it.wikipedia.org/wiki/Titi_Robin

http://it.wikipedia.org/wiki/Don_Ellis

http://it.wikipedia.org/wiki/Anouar_Brahem

http://it.wikipedia.org/wiki/Theo_J%C3%B6rgensmann

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* http://en.wikipedia.org/wiki/Terence_Blanchard

martedì 25 gennaio 2011

Una pausa sul blues

Una pausa sul blues


Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli USA (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.
La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.



Il significato del nome 

Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils", (letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza e all'infelicità.


Storia e caratteristiche

Le origini 
Come per molte forme di musica popolare, le origini del blues sono oggetto di molte discussioni.
In particolare, non c'è una precisa data di nascita per questo genere musicale: la traccia più antica di una forma musicale simile al blues è il racconto che, nel 1901, fece un archeologo del Mississippi, descrivendo il canto di lavoratori neri che sembra avere affinità melodiche e liriche con il blues. Non è, dunque, possibile stabilire con esattezza una data che segni l'origine del genere, tuttavia un anno fondamentale fu il 1865, anno dell'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d'America: ottenuta la libertà, numerosi ex schiavi-musicisti iniziarono a portare la loro musica fuori dalle piantagioni e, nel giro di qualche decennio, questo genere fu noto ai più fino a giungere alle prime attestazioni che ci sono pervenute.
Uno dei più importanti antenati del blues è senz'altro lo spiritual, una forma di canto devozionale nato dalle riunioni di devoti durante il Grande risveglio dei primi anni del XIX secolo. Di argomento malinconico e appassionato, rispetto al blues gli spiritual avevano accenti meno personali e rivolti alla persona del cantante, riferendosi spesso alla condizione dell'umanità in generale e al suo rapporto con Dio, e i testi erano corrispondentemente meno profani.
Altri antenati del blues vanno cercati fra le work song (canzone di lavoro) degli schiavi di colore (field hollers) e di altra provenienza (canti dei portuali o stevedore; canti dei manovali o roustabout), che risuonavano in America all'epoca della Guerra di secessione (e anche negli anni successivi, in cui la condizione di soggezione e povertà degli afroamericani persistette nonostante l'abolizione della schiavitù). Da questi il blues ereditò probabilmente la sua struttura di call and response ("chiamata e risposta"), di origine Africana, mutuando invece la sua struttura armonica e strumentale dalla tradizione europea.
Molte delle caratteristiche del blues, a cominciare dalla struttura antifonale e dall'uso delle blue notes, possono essere fatte risalire alla musica africana. Sylviane Diouf ha individuato molti tratti, tra cui l'uso di melismi e la pesante intonazione nasale, che fanno pensare a parentele con la musica dell'Africa centrale e occidentale.
L'etnomusicologo Gerhard Kubik è stato forse il primo ad attribuire certi elementi del blues alla musica islamica dell'Africa Centrale e Occidentale:
"Gli strumenti a corda (i preferiti dagli schiavi provenienti dalle regioni islamiche) erano generalmente tollerati dai padroni che li consideravano simili agli strumenti europei come il violino. Per questo motivo gli schiavi che riuscivano a procurarsi un banjo avevano più possibilità di suonare in pubblico. Questa musica solista degli schiavi avevano alcune caratteristiche dello stile di canzone Arabo-Islamica che era stata presente per secoli nell'Africa centro-occidentale" dice Gerhard Kubik, un professore di etnomusicologia dell'Università di Mainz, in Germania, e l'autore di uno dei più completi trattati sulle origini africane del blues (Africa and the Blues).

Kubik fa inoltre notare che la tecnica, tipica del Mississippi e ricordata dal bluesman W. C. Handy nella sua autobiografia, di suonare la chitarra usando la lama di un coltello, ha corrispettivi in Africa. Anche il diddley bow,uno strumento casalingo fatto da una singola corda tesa su un asse di legno, che viene pizzicata modulando il suono tramite uno slide fatto di vetro, che si incontrava spesso nell'America meridionale agli inizi del 1900, era di derivazione africana.
Nel corso della sua evoluzione, il blues acquisì alcune delle sue caratteristiche dalle "Arie etiopi", gli spettacoli minstrel e dal ragtime. In questo periodo il blues, come testimoniato ad esempio dalle registrazioni di Leadbelly e di Henry Thomas, ha molte forme diverse, le più frequenti essendo le forme in dodici, otto o sedici battute basate sul giro tonica - sottodominante - dominante descritto nel seguito. La forma del blues standard in dodici battute fa la sua apparizione documentata nelle comunità afroamericane del tratto meridionale del Mississippi, sulla Beale Street di Memphis, e nelle orchestre bianche di New Orleans.
Struttura musicale e testi

Per approfondire, vedi la voce Blues in 12 misure.

Il blues ha una struttura relativamente semplice sia per la parte musicale che per quella del testo. Lo schema musicale fa uso prevalentemente della scala pentatonica minore (in Do: Do,Mib,Fa,Sol,Sib,Do) e della scala blues (in Do: Do,Mib,Fa,Fa#, Sol,Sib,Do) e si snoda lungo tre frasi da quattro battute ognuna, basate su tre accordi fondamentali.
La sua struttura metrica è generalmente di 12 misure (o battute), ma esistono anche blues di 16 o 24 misure, generalmente grazie all'introduzione di segmenti addizionali di 4 misure con varie funzioni e strutture tematiche. Armonicamente presenta la progressione tipica tonica-sottodominante-dominante, distribuita sulle dodici misure. La melodia o il canto hanno un impianto antifonale di domanda-risposta, solitamente divisa in tre parti: domanda nelle prime 4 misure, risposta nelle successive 4 e conclusione nelle ultime. Il blues produce un senso di indefinitezza tonale, dato dall'uso di scale pentatoniche e del loro adattamento alle varie scale europee. Il terzo grado e il settimo della scala diatonica vengono abbassati. Si noti che questo comporta una dissonanza caratteristica tra l'armonizzazione (che nel blues maggiore, usa terze maggiori) e la melodia (le cui scale tipiche usano terze minori): questo modo di cantare in minore su maggiore rappresenta una delle ambiguità tipiche del blues.
Nel caso del blues in 12 misure, il testo si articola in versi di tre strofe in cui le prime due si ripetono e, generalmente, è molto esplicito, con frequenti riferimenti al sesso.
Quantunque il blues abbia struttura, schemi musicali e sonorità affini al gospel si oppone a quest'ultimo proprio per la caratteristica di empietà dissacratoria che, spesso, lo accompagna che mal si adatta ai temi sacri trattati dai gospel cantati dai predicatori nelle comunità cristiane. Raramente in brani blues è possibile cogliere virtuosismi strumentali o tecniche raffinate poiché si tratta di un genere "povero" basato sulle emozioni, sull'anima dell'esecutore ma anche dell'ascoltatore. La semplicità stessa dei temi e della struttura permette a questo genere di essere eseguito con strumentazioni al limite dell'essenziale.


Strumenti

La tradizione musicale africana si basa su intervalli musicali differenti da quelli presenti nel sistema occidentale (temperamento equabile) e gli strumenti melodici sono intonati in maniera differente. Questo favorì l'utilizzo di voce, chitarra e armonica a bocca, tutti strumenti in grado di riprodurre le "stonature" (per mezzo della tecnica del bending) controllate di cui avevano bisogno i musicisti per avvicinare la loro musica a quella dei loro avi. Va però rilevato che anche il pianoforte ha avuto notevole importanza nel blues (esiste infatto un sotto-genere chiamato appunto piano blues).
Scale e accordi

Per approfondire, vedi la voce Blue note.

Queste "stonature", o meglio deviazioni dalla scala diatonica occidentale, ancora oggi sono il marchio indelebile del suono blues, e si possono classificare in diversi tipi a seconda dell'intervallo alle quali sono applicate. Di seguito verranno analizzate alcune di queste particolarità, per comprendere le quali sarà utile avere presente alcune nozioni di armonia di base.
III grado (intervallo di terza)
Nel sistema tonale occidentale questo grado di una scala serve come discriminatore per stabilirne il carattere:
se è maggiore (detto anche terza maggiore comprendente 4 semitoni), il pezzo in genere suona più allegro e spensierato;
se è minore, contribuisce ad un'atmosfera struggente.
Nel blues invece la terza non è così ben definita:
a livello "fisico" la frequenza in Hertz della nota non corrisponde quasi mai né ad una terza maggiore né ad una terza minore;
a livello "musicale" viene utilizzata per enfatizzare i passaggi importanti di un brano, facendola avvicinare alternativamente ad una terza maggiore o minore a seconda del risultato che si vuole ottenere.
L'indeterminatezza del terzo grado (maggiore-minore) può essere vista in modo diverso: la terza minore, ad esempio, può essere interpretata come una nona aumentata. È invece sottolineata la settima minore, tipica e caratteristica del Blues.
V grado (intervallo di quinta)
Questo grado è presente nella quasi totalità delle culture musicali per la sua particolarità: corrisponde a 1/3 della frequenza presa come tonica. I due sistemi (tonale e... resto del mondo) si assomigliano molto su questo intervallo, che viene sfruttato come "forza trainante" per tornare alla tonica, pur se con scopi e modalità leggermente diversi:
nella musica classica il passaggio V-I viene utilizzato come sigillo conclusivo di un passaggio musicale anche molto complicato: il cosiddetto finale;
nel blues tradizionale è raro avere un vero e proprio finale, costruzione musicale introdotta infatti dai bluesman bianchi e dai musicisti di città in genere per rendere più commerciale la loro musica. Il V grado viene utilizzato per lanciare un altro giro della canzone e ricominciare tutto da capo (turnaround).
Il blues è composto da diversi movimenti circolari presenti a tutte le scale di grandezza:
a livello ritmico si presenta come una figura chiamata shuffle, movimento sincopato a metà strada tra le terzine e i sedicesimi, che produce una continua tensione verso il beat successivo;
a livello di struttura si ha una ripetizione ossessiva della stessa serie di accordi e frasi musicali, con variazioni più o meno significative e/o regolari;
alla fine di ogni strofa si assiste al cosiddetto turnaround, tradotto spesso in italiano come giro di boa, concluso quasi sempre con il V grado.
Di importanza particolare è poi il V grado diminuito (detto tritono, 6 semitoni), utilizzato come nota di passaggio e capace da solo di portare una scala verso sonorità decisamente bluesy.
Tipi di Blues

Il blues ha prodotto una gran varietà di sottogeneri, ognuno con le sue caratteristiche peculiari. Alcuni tra i più noti sono il Rock & Roll, il Boogie Woogie e il Rhythm and Blues.
Bluesmen e Blues Women famosi

Per approfondire, vedi la voce Categoria:Musicisti blues.
Blues in Italia

La diffusione del blues in Italia inizia nella seconda metà del 1900, assieme a quella delle principali forme musicali derivate (rock e jazz), tutte colpite dall'embargo culturale imposto negli anni del fascismo.
Negli anni settanta, alcuni musicisti blues americani e inglesi, come Andy J. Forrest, Cooper Terry e Dave Baker, si trasferiscono in Italia, contribuendo alla diffusione del genere. Celebri artisti che hanno dato un grande contributo alla diffusione del blues negli ultimi anni sono l'armonicista Fabio Treves con la sua Treves Blues Band, Guido Toffoletti, Tolo Marton, Giancarlo Crea & Model T Boogie, Vince Vallicelli, Pino Liberti, Rudy Rotta, Pippo Guarnera, Nick Becattini, Max Lazzarin, Oracle King e soprattutto il grande Angelo "Leadbelly" Rossi. Qualche aiuto alla diffusione del genere è stato dato da Alex Britti, da Roberto Ciotti, da Pino Daniele, da Zucchero, da Eugenio Finardi e da Paolo Belli. Una nuova generazione di musicisti si sta in questi anni affermando anche all'attenzione del pubblico europeo ed americano. Parliamo di musicisti come Joe Caruso, Enrico Crivellaro, Alberto Colombo, Marco Pandolfi & Jacknives (in cui milita il bravo Marco Gisfredi), Umberto Porcaro, Maurizio Pugno, Luca Giordano, Stephanie Ghizzoni e molti altri. Altrettanto importante è stato il contributo di festival quali il Pistoia Blues, il Delta Blues, il Rocce Rosse Blues, il Trasimeno Blues, l'Etna Blues e il Molinara Crossroads, Blue stuff di Mario Insenga ed il Summertime Blues Festival di Alcamo (TP). Negli ultimi anni si è imposto all'attenzione degli appasssionati il Rootsway Festival di Parma.

Sottogeneri


Acid Blues
Blues Drama
Blues rock
Blues shouter
Classic female blues
Country blues
Early American Blues
Electric blues
Folk blues
Gospel blues
Harmonica Blues
Jazz blues
Jump blues
Piano blues
Soul blues
Slide Guitar Blues
Swamp blues
Talking blues
Boogie-woogie
Blues Revival

Generi derivati



Jazz
R&B
Soul
Funk
Rock and Roll
Rock
Blues Rock
Hard rock
Heavy metal
Blues metal
Punk blues


Scene regionali



African blues
British blues
Canadian blues
Chicago blues
Delta blues
Detroit blues
Kansas City blues
Louisiana blues
Memphis blues
New Orleans Blues
North Mississippi blues
St. Louis blues
Texas blues
Piedmont blues


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Singoli blues
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Il  Boogie Woogie 

Il boogie-woogie è uno stile musicale blues per pianoforte, diventato molto popolare a partire dagli anni trenta e anni 40. All’inizio del 1900 i pianisti neri nel Texas hanno cominciato a sviluppare una forma più veloce e ritmata del blues. Lo scopo era d’intrattenere la gente nei juke joints dei bar dove, alla sera, ci si divertiva e si ballava. Questi locali si trovavano negli accampamenti dei lavoratori ad esempio nei pressi dei cantieri delle linee ferroviarie. Spesso persino sui treni c’era un pianista. Un brano caratteristico è Honky Tonk Train Blues (1927). Il compositore Meade Lux Lewis imita con le sonorità un treno a vapore. A quei tempi questo nuovo tipo di musica fu designata con svariati nomi: fast blues, rolling blues, the dozen, shuffle ecc. fino alla famosa registrazione “Pinetop’s Boogie Woogie”. In questa composizione, che risale al 1928, Clarence Smith spiegava come ballare il boogie woogie.
La parola indicava dunque un modo di ballare, e grazie a Smith (che non saprà mai niente, perché morì poco dopo, 25enne, colpito da una proiettile vagante in una sparatoria) questo genere musicale prese il nome di Boogie Woogie. Nel 1938 Albert Ammons, Pete Johnson e Meade Lux Lewis, tre pianisti neri, vennero scoperti da un bianco: John Hammond. Per la prima volta nella storia della musica, questo stile è presentato ad un pubblico bianco nella famosa Carnegie Hall di New York e da quel giorno è iniziato un vero e proprio boom. Boom che ha inserito questo nuovo stile musicale ai primi posti di tutte le vendite discografiche. Il genere boogie-woogie ha finito così per essere suonato e ballato in tutti gli USA.
È caratterizzato da un accompagnamento di basso eseguito con la mano sinistra, il cosiddetto basso ostinato, e da trilli ed abbellimenti eseguiti con la destra. Qualche volta è denominato eight to the bar (eight sta per la suddivisione della battuta in otto note del basso). Le due forme di basso più suonate con la mano sinistra sono il rolling bass e il walking bass.


Origini del termine boogie-woogie

Per i più le origini di questo termine sono misteriose. L'Oxford English Dictionary afferma invece che consiste nella ripetizione di Boogie, termine usato a partire dal 1913 per indicare i rent party, feste di intrattenimento non ufficiali, in occasione delle quali veniva ingaggiato un pianista. Si può scrivere con lo spazio o con la lineetta. L'origine del boogie-woogie per pianoforte è incerta; sicuramente fu influenzata dal genere Honky tonk, diffusosi nel sud degli Stati Uniti. I musicisti W.C. Handy e Jelly Roll Morton riferirono di aver sentito pianisti interpretare brani con questo stile ancora prima del 1910. Secondo Clarence Williams, questo stile fu inventato dal pianista texano George W. Thomas. Il Boogie Woogie è un genere di andamento rapido e con un accompagnamento ostinato del basso.


Le ultime due tele dell'artista Piet Mondrian sono "Broadway Boogie-woogie" e "Victory Boogie-woogie".


Artisti Boogie Woogie