sabato 28 maggio 2011

Jazz creolo o jazz negro

Jazz creolo o jazz negro

Nei primi anni del ‘900 i musicisti creoli che provenivano in genere da famiglie piccolo borghesi, avevano ricevuto una discreta se non buona educazione musicale; erano quasi sempre pianisti o clarinettisti, alcuni veramente molto preparati e di buona cultura generale. Anche il colore della pelle e i lineamenti con caratteri negroidi meno marcati favorivano una maggiore integrazione (per quanto in misura molto modesta) o per meglio dire una maggiore accettazione da parte degli ascoltatori bianchi. La loro musica era più raffinata, meno primitiva, risentiva della loro preparazione classica e molti furono compositori, arrangiatori oppure direttori d’orchestra di notevole valore.
Al contrario la musica dei negri, quasi sempre analfabeti, autodidatti come strumentisti, era più sanguigna, istintiva e, per certi versi, rozza e primitiva. Anche gli strumenti adoperati erano quasi sempre di costruzione artigianale, improvvisati o adattati da oggetti di uso comune o suppellettili varie.


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Il termine creolo


Il termine creolo deriva dall'antico castigliano criollo (probabilmente di origine latina), e fu diffuso nelle altre lingue tramite il portoghese ed ilfrancese alla fine del XVI secolo, ha significato di nuovo, di nuova creazione, con costume mutato, di nuova costituzione.
Origine

La parola fu inizialmente applicata alle persone di origine europea nate nelle colonie del Nuovo Mondo, per distinguerle ed enfatizzarne i costumi mutati rispetto agli immigrati di classe elevata nati in Europa.

Il termine e le sue varianti in altre lingue (crioulo, créole, kriolu, criol, kreyol, kriulo, kriol, krio, etc.) possono far riferimento a:
una persona di origine europea nata nelle colonie spagnole, francesi o portoghesi d'America
un meticcio nato da un genitore indigeno ed uno bianco, in particolare nelle Antille e nell'America centromeridionale
una lingua creola, ossia un linguaggio nato da un pidgin di lingue europee e locali nelle colonie, o tra lingue originali diverse.

In alcuni paesi, il termine è poi spesso associato ad altri significati:
negli Stati Uniti, ai meticci della Louisiana, con particolare riferimento a New Orleans
in Venezuela, a persone, animali o cose di origine locale, (come il termine castizo in Spagna).

Il qualificativo di criollo si dà, poi, per estensione a tutto ciò che è prodotto da criollos o nell'ambito della cultura creola, come ad esempio ilcavallo criollo, il pan criollo o vals criollo (valzer peruviano) e quindi come sinonimo di "nazionale" (soprattutto nel Cono Sud).
Il significato esteso

Il significato che appare evidente ed ha significato nella cultura umana, ed è per "derivato" ma anche di "di nuova costituzione".

La nuova costituzione non si deve intendere come semplice modifica o variante anche sensibile dell'esistente, ma bensì propriamente diverso, con una derivazione consistente e soprattutto confluente cioè proveniente sensibilmente da diverse provenienze (sia pure in maniera non del tutto paritaria) e quindi diversa dalle originali. La deriva infatti comporta una mescolanza sostanziale delle parti originarie dove ognuna afferisce in modo sostanziale (ed è questa la diversità rispetto ad una semplice influenza).

Gli effetti più noti, ben verificati in qualche specifico caso nella evoluzione umana, sono quelli delle culture creole o quello ancor più noto dellelingue creole, a mezzo dei pidgin.

Condizione pressoché obbligata alla costituzione di una cultura creola è la presenza di una parte trainante ma la assenza di una componente eccessivamente dominante tra le costituenti. In sintesi è necessario che la debolezza reciproca induca la permeabilità reciproca delle parti che afferiscono per costumi, vocabolario, usi ecc. (Una forte dominanza produrrebbe il mantenimento di una separazione tra la dominante e le minori).

È curioso notare che, previo un periodo di approssimazione e disordine in cui le culture afferenti "coabitano" in parte con strumenti comuni sia comportamentali che linguistici modesti, con l'avvento della generazione successiva si costituiscono delle solide regole comuni su usi, costumi, cibi, che in seguito sono assolutamente definite ed uniformate, indistinguibili come origine. Le regole assumono valore comune, condiviso, le lingue si dotano di una struttura complessa economica ed assolutamente organica, del tutto simili per complessità e perfezionamento alle altre lingue. La cultura assume coscienza di sè ed autostima; di norma esiste sempre una cultura di maggior incidenza (ma non di dominanza) e questo determina una impronta specifica culturale, linguistica, morale a cui però non sono esenti le altre.



http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_creola








L'acid jazz

http://it.wikipedia.org/wiki/Acid_jazz
http://en.wikipedia.org/wiki/Acid_jazz


L'acid jazz è uno stile musicale jazz che incorpora elementi funk, soul, unendoli alla musica elettronica e che, rielaborando il concetto di fusion, punta alla integrazione di numerosi elementi musicali contemporanei.
L'acid jazz si contrappone a quella tendenza del jazz rap che su basi di musica jazz gioca con le parole, ed al contrario focalizza maggiormente sulla componente musicale


L'acid jazz nasce sul finire degli anni ottanta in Inghilterra. La prima testimonianza discografica risale al 1987 con "Acid Jazz and other illicit grovees" su Urban Records, nella quale vengono definiti gli stilemi del nuovo genere e dove sono presenti oltre a Jamie Principle (la parte acid/soul), James Taylor Quartet (la parte jazz-funk).
In seguito i due DJ produttori Gilles Peterson ed Eddie Piller saranno fra gli animatori del genere. Gilles Peterson è un DJ radiofonico ed animatore del Dingwalls a Londra e conia il termine Acid Jazz su ispirazione della acid house e dal jazz contaminato con il funk e con l'Acid rock degli anni a cavallo tra i '60 ed i '70. Sul finire degli anni ottanta escono quattro raccolte della BGP che collezionano il meglio di quel suono (tra gli altri Funk inc, Charles Earland, Brother Jack McDuff). Peterson fonda nel 1989 l'etichetta discografica Talkin' Loud distribuita da Polygram, della quale si ricordano tra gli altri: il gruppo Galliano (sono presenti due ex Style Council, White e Mick Talbot) con la loro fusione di jazz, soul e hip hop; gli Incognito gruppo che ruota attorno a Jean Paul 'Bluey' Maunick con la collaborazione delle cantanti Maysa Leak e Jocelyn Brown, dei quali memorabile è "Jazz/Funk" (1981); i Marxman con i loro hip hop politicamente impegnato e gli Young Disciples; per ultimo il soul di Omar con "There's Nothing Like This".
Eddie Piller, veterano della scena Northern soul e Mod, fonda invece l'Acid Jazz Records (agli inizi con Peterson). Questa etichetta divenne famosa per le compilation "Totally Wired", in cui veniva illustrato e lanciato il genere di frontiera "acid jazz". Questa etichetta lancerà l'artista che diventerà più popolare nel genere: Jamiroquai. La prima uscita del "folletto inglese" è con il singolo "When you gonna learn" (con l'introduzione suonata con il singolare strumento australiano didgeridoo). Jamiroquai, la cui musica è fondamentalmente un mix tra disco music, soul, Jazz e Funk (l'influenza di Stevie Wonder sembra chiara in "Emergency On Planet Earth" del 1992) che si trasformano in sonorità garage house nelle versioni remix di alcuni suoi singoli, strapperà un contratto miliardario alla Sony.
Altri artisti prodotti dall'Acid Jazz Records] sono i Brand New Heavies, i quali - anche per merito della bravissima cantante statunitense N'Dea Davenport - ottengono un discreto successo persino negli USA con l'album "Brother, Sister" (e lanciandosi anche in duetti con rappers americani come Guru, ad esempio nell'album Heavy rhyme). Alcune hit acid jazz sono venute dagli US3 come "Cantaloop" (una cover di Cantaloupe island di Herbie Hancock).
Interessante anche l'album "Antidote" di Ronny Jordan.
In Italia grande successo hanno riscosso le performance dell'ex tastierista dei Prisoners James Taylor con il suo James Taylor Quartet, di cui citiamo l'album "Wait a minute" (su Urban) con una notissima cover del tema della seconda stagione della serie televisiva di Starsky & Hutch ("Gotcha", brano di Tom Scott).
Sul versante più funky, grandi attenzioni sono state riversate sui Freakpower gruppo creato da Norman Cook (già negli Housemartins e noto successivamente come Fatboy Slim) ed il cantante trombonista Ashley Slater. Da ricordare il loro album "Drive-thru booty" (Island, 1994) con i brani "Turn on, tune in, cop out" e "Get in touch".
Altra etichetta di frontiera è stata la Mo-Wax: grande impatto ebbe la versione di "For what it's worth" (originale dei Buffalo Springfield) da parte dei Love T.K.O., gruppo più trip hop che acid jazz.

Alcuni dei maggiori artisti
http://it.wikipedia.org/wiki/Brand_New_Heavies
http://it.wikipedia.org/wiki/Galliano_(gruppo_musicale)
http://it.wikipedia.org/wiki/Incognito_(gruppo_musicale)
http://it.wikipedia.org/wiki/Jamiroquai
http://it.wikipedia.org/wiki/James_Taylor_Quartet
http://it.wikipedia.org/wiki/Jazztronik
http://it.wikipedia.org/wiki/Link_Quartet
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Conte_(musicista)
http://it.wikipedia.org/wiki/Ronny_Jordan
http://it.wikipedia.org/wiki/Swing_Out_Sister


L'ultima parte delle serate in cui sarà trattato l' Acid Jazz sarà interamente dedicato al acid jazz italiano



Nicola Conte noto per avere introdotto un innovativo stile di acid jazz incorporando elementi di bossanova

http://www.youtube.com/watch?v=nIzEk8wKIYs
http://www.youtube.com/watch?v=W_2zA1Be57M
http://www.youtube.com/watch?v=W_2zA1Be57M
http://www.youtube.com/watch?v=Q6JItj1oRis
http://www.youtube.com/watch?v=_NdIRja-Kzc
http://www.youtube.com/watch?v=z2fd36Yz_U4
http://www.youtube.com/watch?v=r2fXwjkxmRY
http://www.youtube.com/artist/Nicola_Conte?feature=watch_video_title


Link Quartet

http://www.youtube.com/watch?v=vG1dWnzRGPU
http://www.youtube.com/watch?v=NmDFGoYBb4c
http://www.youtube.com/watch?v=HBd0awPlhfA
http://www.youtube.com/watch?v=Ka7zNE5gW_g
http://www.youtube.com/watch?v=lWAvQWUe1W8
http://www.youtube.com/watch?v=cs1xXIg3h_0
dal vivo http://www.youtube.com/watch?v=p_2Vr5p7K0Y


Paolo Achenza Trio

http://www.youtube.com/watch?v=yB8CboecvkA
http://www.youtube.com/watch?v=1zCyz-rlBJ0
http://www.youtube.com/watch?v=nihT5351-EI
http://www.youtube.com/watch?v=ZEMcu32cHOQ

a Domani :-)

giovedì 5 maggio 2011

Latin jazz Merengue, Mambo Jazz Samba Bolero Cha cha cha

Merengue



Merengue e il tasso nazionale della Repubblica Dominicana e rappresenta una sintesi dei 3 elementi che hanno formato la cultura del paese. Il gruppo musical di merengue "tipico" è formato da güira (contributo del nativo), tambora (Africa) e fisarrmónica (Europa).]

La parola merengue significa libero dell'uovo battuto con zucchero il quale si usa per preparare una sorta di dessert bianco. Non si conosce il vero motivo per cui questa parola sia stata associata a un genere musicale, si pensa però che sia a causa del ritmo esuberante, circolare e suevo del partner che ricorda il sapore di un dolce.







Il mambo è un genere musicale nato a Cuba



La storia del mambo comincia nel 1938, quando fu presentata una canzone ballabile intitolata Mambo scritta da Orestes e Cachao López. Nel corso degli anni alla musica fu associata una tipica danza, tuttora in voga soprattutto all' Havana, Città del Messico, New York city e nei corsi di ballo latino-americano, con alcune varianti rispetto all' originale.

Gli strumenti a percussione che lo caratterizzano sono le congas, i bonghi, le maracas, la clave e la cabasa.

Negli anni cinquanta e sessanta sono stati molti gli artisti e le orchestre ad essere protagonisti di questo genere musicale; in quel periodo la notorietà e il successo della maggior parte di loro sono però rimasti circoscritti ai paesi dell' America Latina, con l'eccezione di Perez Prado, e di Xavier Cugat e sua moglie, la cantante americana Abbe Lane.



Jazz samba



Con jazz samba (o jazz-samba) si intende un particolare stile musicale che fonde il jazz con i ritmi, gli strumenti, la melodia tipici della bossa nova brasiliana.

Il nome deriva dal titolo di quello che è comunemente ritenuto il primo disco del genere, Jazz Samba, appunto, di Stan Getz e Charlie Byrd, del 1962. La retrocopertina del disco recita opportunamente: "Two jazz solist play, fresh, contemporary sounds from modern brasilian folk music".

In precedenza, nell'ambito della musica leggera o cinematografico e in ambito jazz, si era utilizzato il termine samba per indicare brani, normalmente ballabili, suonati da grandi orchestre, sui ritmi tropicali tipici del carnevale e dello stereotipato "folklore" carioca così come veniva avvertito negli Stati Uniti. Analogamente per quanto avveniva con i ritmi caraibici, tanto di moda negli anni cinquanta, e cubani.

L'ingresso della musica brasiliana negli Stati Uniti risale agli anni venti, ma ha i suoi momenti di massima popolarità negli anni '30 e soprattutto negli anni quaranta.

Un primo esempio è il film musicale Flying Down to Rio del 1933 (Carioca) con Fred Astaire e Ginger Rogers.

È il grande successo della cantante, ballerina e attrice Carmen Miranda che, dai primi anni quaranta, impone in tutti gli Stati Uniti (e da qui nel resto del mondo) la musica ed il folklore brasiliano. Famosa per i suoi copricapo "tutti-frutti" (tipicamente un casco di banane che usava per rimediare alla sua piccola statura), diventa nel 1945 la più pagata artista hollywoodiana. Paradossalmente, Carmen Miranda era portoghese, ma diventa il simbolo della spensieratezza attribuita allo stile di vita di Rio de Janeiro, di Copacabana, delle spiagge, dei locali notturni e dei luoghi "alla moda" dell'assolato Brasile.

Siamo negli anni in cui, a causa della seconda guerra mondiale, i magnati di Hollywood e il governo di Washington spinsero al massimo la diffusione del prodotto hollywoodiano più frivolo importando qualsiasi cosa potesse compiacere il gusto del pubblico. Il Sud America fu uno dei luoghi da cui si importarono stili, cliché e tanta musica. È di quegli anni, il successo di Amado mio, Ultima vez, Brazil e Tico Tico e l'introduzione dei ritmi cubani e messicani, adattati al gusto nord-americano, che sono conosciuti come salsa, rumba, mambo, chachachá.

Altri esempi della penetrazione della musica brasiliana (e dell'America Latina in genere), rivista ed adattata dall'industria dello spettacolo statunitense, sono i film della Disney a cartoni animati, Saludos Amigos (del 1943) e The Three Caballeros (del 1945), che introducono alcune canzoni divenute "standard" e simboli musicali dello stereotipo del Brasile: Tico Tico, Brazil e Bahia.

Tico Tico, tipico esempio di choro per chitarra (Tico-Tico no Fubá), fu inciso anche da Charlie Parker nel 1951 nel suo disco "latino" prodotto da Norman Granz.

Il jazz inizia a contaminarsi con i ritmi sudamericani nella seconda metà degli anni '40. Tra i primi, Dizzy Gillespie che, nella sua grande orchestra, inizierà a a mescolare il suo be bop con il calypso caraibico (un po' per rendere più accessibile la sua musica al tempo suonata da una orchestra che difficilmente poteva definirsi "da ballo", un po' perché realmente appassionato del genere). Il grande trombettista rimarrà sempre legato ai ritmi cubani e caraibici per tutta la sua lunga carriera.

Un tentativo degno di nota, ma poco fortunato, fu quello dell'altosassofonista "cool" Bud Shank che, nel 1953, incise due album con Laurindo Almeida, chitarrista brasiliano scoperto a Rio de Janeiro da Stan Kanton e con la cui orchestra aveva suonato negli Stati Uniti. Il risultato, i due volumi Brazilliance, sono considerati un anticipo della bossa nova. Stan Kanton stesso, negli anni cinquanta non rimase indifferente ai ritmi del samba e Almeida continuò a suonare il suo jazz "brasiliano" approfittando anche dell'esplosione del genere nei primi anni sessanta.

Fu, infatti, solo nel 1962, e nei due anni successivi, che si ebbero i primi veri grandi esempi di "fusion" tra il jazz e i ritmi brasiliani, anche perché, nel frattempo, era nata la bossa nova per opera principalmente di Antonio Carlos Jobim, Vinicius de Moraes, João Gilberto e i ragazzi che si riunivano a casa di Nara Leão a Rio de Janeiro. Tra i più importanti, oltre al citato Jazz Samba, sono i successivi dischi di Stan Getz con Luiz Bonfá e soprattutto con João Gilberto e Astrud Gilberto (con il successo di Garota de Ipanema) e l'album di Jobim con Frank Sinatra del 1967.

Dal successo di quei primi esempi di "fusion" tra due generi così diversi, ma che seppero così bene convivere, molti tra i principali jazzisti americani tentarono di ripercorrere la strada intrapresa da Getz e interpretarono a loro modo la musica brasiliana. Tra questi Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Coleman Hawkins, Cannonball Adderley e molti altri musicisti e cantanti americani per i quali era un "must" realizzare dischi in coppia con i brasiliani più in voga.

Il 1962 fu un anno estremante prolifico in tal senso. Pur senza incidere la celebre Desafinado, il primo disco americano con "bossa nova" nel titolo suonato da musicisti brasiliani fu probabilmente Cannonball's Bossa Nova di Cannonball Adderley che lo realizzò per la Riverside nel dicembre del 1962 con una straordinaria formazione che comprendeva alcuni reduci dal concerto alla Carnegie Hall come Sergio Mendes e i membri del suo gruppo, tra i quali il batterista Dom Um Romao. Persino Coleman Hawkins sarà, suo malgrado, coinvolto nella frenesia di cavalcare l'onda della musica brasiliana in un non riuscitissimo disco prodotto dalla Impulse! Records intitolato Desafinado: Coleman Hawkins plays Bossa Nova & Jazz Samba. Il grande tenor-sassofonista non poteva essere da meno di Stan Getz, quindi già nel settembre del 1962 "Hawk" fu mandato da Bob Thiele in sala d'incisione con un gruppo non del tutto all'altezza per registrare i nuovi classici di Jobim e soci. Miles Davis l'anno successivo non poté sottrarsi alla moda e nel disco realizzato con l'orchestra di Gil Evans, Quiet Nights registrò una bella versione di Corcovado.

Tra i più attivi nel diffondere il nuovo stile negli Stati Uniti, la casa discografica Verve Records e Creed Tylor che produssero i dischi di Astrud Gilberto, Stan Getz e Antonio Carlos Jobim, ma anche la Columbia Records che per prima pubblicò, senza successo, i famosi dischi brasiliani di João Gilberto.

In seguito divennero popolarissimo il brasiliano Sergio Mendes che, con le sue orchestre, mantenne elevata la popolarità della Musica Popolare Brasiliana (o MPB) negli Stati Uniti e la introdusse in Giappone portando all'estero anche molta musica brasiliana emersa dopo il boom della bossa nova.

Ancora, Chick Corea, maestro della fusion, utilizzò spesso, in modo innovativo, il ritmo brasiliano (proprio all'epoca in cui suonava con Getz).

Da ricordare, infine, Herbie Mann, flautista e grande "contaminatore", che già negli anni '50 aveva inserito delle congas nella sua formazione (influenzato dalla musica africana) e che contribuirà a sostenere il successo della bossa nova già nei primi anni '60 (con un disco di bossa nova registrato a Rio con Mendes), e che poi non disdegnerà di suonare reggae, funk e qualsiasi cosa gli capitasse all'orecchio.

Il nome di Stan Getz è rimasto sinonimo di jazz e bossa nova. Lo stile jazz samba (che però, come detto, è principalmente bossa nova) è diventato consuento e parte integrante del linguaggio jazzistico come nei decenni precedenti lo erano stati il blues, la musica di Tin Pan Alley e quella dei grandi compositori americani. Le grandi canzoni di Jobim, soprattutto, sono divenute degli "standard" del jazz e della musica d'intrattenimento al pari di quelle di Cole Porter e Irving Berlin.

Col tempo l'interesse per lo stile bossa nova è un po' declinato ed è spesso associato alla musica da "night-club" come forma di intrattenimento "d'atmosfera" per la rilassatezza delle sue linee melodiche suonate su una base ritmica "soft" che manca della forza della originale "batida" così come l'avevano intesa João Gilberto, Jobim e i loro seguaci.



Paradossalmente, l'incontro tra i due principali generi musicali del continente americano, non avvenne per opera di coloro che li avevano inventati e ne avevano fatto la storia e stabilito le caratteristiche.

Il jazz nordamericano è sostanzialmente dovuto all'influenza dei ritmi africani mescolati con la musica europea e folcloristica dei bianchi. Allo stesso modo, ma con modalità completamente diverse, la musica brasiliana, nasce dall'unione dei ritmi importati dagli schiavi con la musica portoghese e dai ritmi indigeni (la musica brasiliana, come il suo popolo, ha tre anime).

In entrambe le situazioni, tradizione musicale europea, tradizioni religiose (protestanti al nord, cattoliche al sud), si sono mescolate al temperamento dei neri che sono stati i maggiori interpreti, innovatori e animatori della musica dei due sub-continenti.

La vera "fusion" tra il jazz nordamericano ed il samba (musica) brasiliano (nella loro forma più moderna) avviene invece ad opera di musicisti bianchi. La bossa nova era una forma di samba totalmente reinventato da un gruppo eterogeneo come collocazione geografica, ma del tutto omogeneo come caratteristiche sociali: si trattava di bianchi della società borghese, modernista e ispirata dal nuovo vento di risveglio economico e nazionalistico, del Brasile di Juscelino Kubitschek. Il jazz con cui si fuse, ad opera dei suoi stessi inventori, negli Stati Uniti nei primi anni sessanta, era quello di un musicista di successo come Stan Getz, che molto doveva al vero jazz nero, ma che era uno dei maggiori esponenti della musica più cool, amata dal grande pubblico, bianco, quello che comperava i dischi e votava nei referendum delle testate specializzate.

In ogni caso, il jazz nero stava già cambiando in modo vorticoso negli stessi anni (ad esempio per opera di John Coltrane) e poco dopo anche la musica brasiliana sarebbe cambiata.



Il bolero



Il bolero è una danza di origine spagnola nata alla fine del XVIII secolo.

È caratterizzato da:

un tempo in 3/4

un ritmo netto (spesso scandito da tamburi).

Alcuni esempi celebri di bolero sono:

Bolero op.19 in La minore', opera del 1833 di Frédéric Chopin

Bolero, opera del 1928 di Maurice Ravel

Mercé, dilette amiche (bolero di Elena, da I Vespri Siciliani, opera di Giuseppe Verdi del 1855).

A Cuba il bolero ha avuto origine verso la metà del XIX secolo a Santiago, dove è stato completamente reinventato rispetto alla tradizione spagnola ed è diventato una danza caratterizzata da un tempo in 2/4. Da Santiago il Bolero si è poi diffuso in tutta l'isola, negli altri Paesi caraibici e nel resto del mondo.

Pepe Sanchez, (nato Jose Sanchez a Santiago de Cuba il 19 marzo 1856 e morto il 03 gennaio del 1918) è conosciuto come il creatore del bolero cubano. Tra i più importanti autori di Bolero si ritrovano poi Omara Portuondo, Ibrahim Ferrer, Beny Moré, il portoricano Rafael Hernández, i messicani Agustín Lara, Jose Feliciano e Luis Miguel, l'ecuadoriano Julio Jaramillo e il cileno Antonio Prieto.





Cha cha cha



Il Cha cha cha è una danza latino-americana.

Nato a Cuba nei primi anni del XX secolo, si chiamava in origine Cha Cha. In seguito fu contaminato da altre danze: Mambo, Rumba, Danzón e Son.

Esistono 4 differenti ipotesi sul significato letterale dell'espressione "Cha Cha Cha":

Attributo onomatopeico strettamente legato al ritmo della danza, scandito dal tempo delle percussioni.

Riproduzione del suono prodotto dalle scarpe durante la danza, in particolar modo nel triplo passo.

"Cha cha" è il nome di un sonaglio cubano, propriamente adoperato durante la danza.

Riproduzione del suono emesso dallo sbattere dei piedi sulla battigia.

Il "Cha Cha Cha" è una danza relativamente semplice da apprendere, ma i passi di base sono leggermente più complicati di quelli di altre danze. Il ritmo che viene contato durante l'esecuzione dei passi è: "due-tre-cha cha cha".

Passi base:

tempo 2: il ballerino con il suo piede sinistro trasferisce il peso del corpo in avanti, tenendo il piede destro fermo (la ballerina trasferisce il peso in dietro).

tempo 3: il ballerino trasferiasce il peso del corpo verso il dietro tenendo fermi entrambi i piedi (la ballerina trasferisce il peso in avanti).

tempo 4 e 1 (o cha cha cha) il ballerino esegue uno chassé verso la propria sinistra (la ballerina fa lo chassé verso la propria destra).

Si ricomincia invertendo il ruolo tra la ballerina e il ballerino.

Tra i cha cha cha più celebri possiamo ricordare Torero di Renato Carosone e Cha cha cha della segretaria di Michelino & il suo complesso.

Il soul jazz e il Groove

Soul jazz

Il soul jazz è un genere musicale sviluppatosi dall'hard bop, cui aggiunse forti tinte blues, gospel e rhythm and blues.

A differenza dell'hard bop, il soul jazz enfatizzava una pulsazione ritmica più ripetitiva, con cadenze melodiche più stilizzate e assoli meno complessi rispetto a quelli praticati in altri stili. Nonostante la condivisione della parola "soul",

il "soul jazz" e la "soul music" sono generi abbastanza distanti: nella soul music, le influenze blues e gospel sono molto

più 'importanti.Il soul jazz si sviluppò negli anni cinquanta e raggiunse il picco della sua popolarità negli anni settanta, benché molti elementi dello stile, così come molti degli interpreti, siano rimasti popolari anche nei primi anni del XXI secolo. Formazione caratteristica di questo genere era il piccolo gruppo, spesso sotto forma di un trio d'organo, un trio cioè in cui la parte della tastiera era assegnata ad un organo Hammond, uno strumento che giocò un ruolo di particolare importanza per questo genere, cui diede molti protagonisti: Bill Doggett, Charles Earland, Richard "Groove" Holmes, Les McCann, Jack McDuff, Jimmy McGriff, Lonnie Smith, Don Patterson, Jimmy Smith e Johnny Hammond Smith. Il sax tenore mantenne nel soul jazz un ruolo da protagonista e fu suonato da musicisti quali Gene Ammons, Eddie "Lockjaw" Davis, Eddie Harris, Houston Person, Stanley Turrentine. Il sax contralto fu invece lo strumento peferito da Lou Donaldson e Hank Crawford. Una registrazione famosa di soul jazz è ad esempio "The In Crowd" di Ramsey Lewis (1965).

http://it.wikipedia.org/wiki/Soul_jazz

http://en.wikipedia.org/wiki/Soul_jazz



Groove

Una diramazione della Soul Jazz, Groove trae le sue tonalità dal blues e si concentra soprattutto sul ritmo. Talvolta indicata come "Funk" si concentra sul mantenimento del ritmo continuo "gancio 'complimentato con leggerezza da ornamenti strumentale e, a volte lirico. Groove è pieno di emozioni gioiose che invita gli ascoltatori a ballare. Assoli improvvisati sono tenuti subordinato al ritmo e il suono collettivo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Funk

http://en.wikipedia.org/wiki/Rare_groove

http://en.wikipedia.org/wiki/Jazz-funk

http://en.wikipedia.org/wiki/Groove_(music)

Fusion

Fusion (chiamato anche Jazz rock fusion o Jazz rock) è un genere musicale emerso alla fine degli anni sessanta e primi settanta che combina elementi di jazz, rock e funk.

Questo stile coniuga stilemi tipici del jazz ad una strumentazione tipicamente rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento, dove linee tipicamente funk tendono a sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia, più in generale, nella struttura del pezzo.

Rispetto al jazz rock, suo antesignano, la fusion è quindi caratterizzata da sonorità più morbide e leggere, spesso considerate easy listening (facile ascolto), in quanto più vicine alla struttura armonica di un brano pop piuttosto che jazz.

Molti critici ritengono che le prime incisioni fusion siano Hot Rats di Frank Zappa (1969) e i due dischi In a Silent Way (1969) ed il doppio album Bitches Brew (1970) di Miles Davis. Tra i protagonisti che seguirono, uno dei gruppi più rappresentativi di questo genere sono i Weather Report di Wayne Shorter e del tasterista austriaco Joe Zawinul, band fondata in Australia nel 1969 anche se è ancora caratterizzata da un jazz-rock ibrido. Ma a definire nel modo migliore il termine "fusion" è il celebre Spectrum di Billy Cobham considerato pioniere poiché è il primo album fusion con un chitarrista rock, Tommy Bolin.

A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria : accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei, eccellenti virtuosi, quali il violinista francese Jean Luc Ponty (in realtà di formazione Davisiana), il suo connazionale e batterista Pierre Moerlen (Pierre Moerlen's Gong), gli inglesi, ex Canterburiani, Soft Machine e i giapponesi Casiopea ; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz . Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i raffinati The Crusaders (celebre la loro Street Life), il tastierista brasiliano Eumir Deodato, già attivo da diversi anni con un jazz (bossa) rock piuttosto accattivante ed immediato e, ancor di più, un suo collega di strumento, l’americano Jeff Lorber, influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. Addirittura, a quest’ultimo si deve, probabilmente, l’adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff Lorber Fusion". Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi lavori, contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico.

All'inizio degli anni ottanta nasce la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso commerciale che vuole essere il più vasto possibile.

Molte le formazioni che si sono cimentate con questo genere, sia capeggiate da nomi famosi come gli Headhunters di Herbie Hancock, i Tribal Tech di Scott Henderson e Gary Willis, Chick Corea (con i Return to Forever e la Elektric Band), John McLaughlin e la sua Mahavishnu Orchestra, sia completamente nuove, come gli Yellowjackets, Spyro Gyra, Uzeb, Steps Ahead, Chuck Mangione, e poi altri musicisti che tra collaborazioni e esperienze da leader hanno reso popolare una branca importante della musica jazz, tra i quali vanno senz'altro ricordati Pat Metheny, Mike Stern, John Scofield, Frank Gambale, Marcus Miller e Allan Holdsworth. A molti di questi musicisti si deve il merito di aver saputo ricondurre questa forma più moderna e commerciale del jazz allo spirito iniziale, salvandolo da una certa banalizzazione e riconferendogli una dignità strumentale e compositiva più autenticamente jazz. Tant'è vero che in taluni casi si parla più propriamente di jazz fusion.

I pionieri del jazz-rock italiano furono gli Area (1972), i Perigeo (1972), Arti & mestieri (1974) e i Napoli Centrale (1975). Lo stesso Pino Daniele ha "venato" di fusion (in molti momenti in modo estremamente personale), almeno la metà della sua discografia. Degni di nota artisti successivi che segnarono la "svolta" fusion in Italia, tra cui alcuni lavori di Roberto Gatto (1980), i Lingomania (1984), Gianluca Mosole (1985), Francesco Bruno (1987) e l'ottimo Nico Stufano. La Turin Jazz Rock School è una delle etichette italiane di artisti appartenenti al genere che ha avuto negli ultimi anni significativi riscontri a livello internazionale con artisti quali Arti & Mestieri, Esagono, Venegoni & co, Beppe Crovella, Furio Chirico, Paolo Ricca Group, Mass media, Combo Jazz, Freelance, Marco Gallesi, Ebano, Enrico Cresci.



Selezione di alcuni artisti e album rappresentativi


Billy Cobham & George Duke - Live on tour (1976)

Casiopea - Eyes Of The Mind (1981)

The Jeff Lorber Fusion - "Water Sign" (1979)

Stanley Clarke - Journey to Love (1975), School Days (1976)

Billy Cobham - Spectrum (1973), A funky thide of signs (1975), Life & Times (1976)

Larry Carlton - MR.335 Live In Japan (1977)

Chick Corea - Light as a Feather (1973), My Spanish Heart (1976), Chick Corea Elektric Band (1986), Light Years (1987), Eye of the Beholder (1988), Five Peace Band (2009)

Return to Forever - Return to Forever (1972), Light as a Feather (1973), Hymn of the Seventh Galaxy (1973), Where Have I Known You Before (1974), No Mystery (1975), Romantic Warrior (1976)

Larry Coryell - Spaces (1970), Barefoot Boy (1971), Introducing The Eleventh House (1974)

Miles Davis - Miles in the Sky (1968), Filles de Kilimanjaro (1969), In a Silent Way (1969), Bitches Brew (1970), A Tribute to Jack Johnson (1971), Live-Evil (1971), On the Corner (1972), Big Fun (1974), Get Up with It (1974), Water Babies (1976), Agharta (1975), Pangaea (1975), We Want Miles (1982), Star People (1983), Tutu (1986)

Al Di Meola - Land of the Midnight Sun (1976), Elegant Gypsy (1978), Splendido Hotel (1980)

Herbie Hancock - Fat Albert Rotunda (1969), Crossings (1972), Sextant (1973), Head Hunters (1973), Thrust (1974), Mr. Hands (1980)

John McLaughlin - My Goals Beyond (1971), Johnny McLaughlin - Electric Guitarist (1978)

Mahavishnu Orchestra - The Inner Mounting Flame (1971), Birds of Fire (1972), Between Nothingness & Eternity (live) (1973), The Lost Trident Sessions (1999)

Marcus Miller - The Sun don't Lie (1993), Silver Rain (2005)

Pat Metheny - Bright Size Life (1976), Pat Metheny Group (1978), American Garage (1979)

Jaco Pastorius - Jaco Pastorius (1976)

Shakti - Shakti (1976)

Jean-Luc Ponty - Upon The Wings Of Music (1975), Enigmatic Ocean (1977)

Weather Report - Weather Report (1971), I Sing the Body Electric (1972), Sweetnighter (1973), Mysterious Traveller (1974), Tale Spinnin' (1975), Black Market (1976), Heavy Weather (1978), 8:30 (1979)

Tony Williams Lifetime - Emergency! (1969), Turn It Over (1970)

Frank Zappa - Hot Rats (1969), Waka/Jawaka (1972), The Grand Wazoo (1973)

Joe Zawinul - Zawinul (1970), Dialects (1986)

Dave Weckl - Hard Wired(1994)

Dave Weckl - Masterplan (1990)

Area - Arbeit macht frei (1973)

Area - Caution radiation area (1974)

Area - Crac (1975)

Arti e Mestieri - Tilt (1974)


A History of Jazz-Rock Fusion

http://it.wikipedia.org/wiki/Fusion

http://en.wikipedia.org/wiki/Jazz_fusion



Questa sera, non riesco a crearvi la selezione dei brani perchè la linea è troppo lenta, il prossimo martedì lo farò



Vale la pena parlare brevemente anche dei vari stili di musica che si sono fusi con il jazz (ma il genere non si chiama fusion, perchè il termine fusion riguarda propriamente il jazz-rock ) come spiega wiki inglese Le origini stilistiche del jazz fusion sono:

il jazz post-bop, free jazz,psychedelic rock, funk, 20th century classical music, blues-rock, world music.



Molti artisti e musicisti jazz iniziano ad un certo punto una musica sperimentale che estende i suoi confini al di la del jazz

pur conservando molte caratteristiche, nasce così il genere jazz fusion ma anche altri tipi di fusioni tra jazz e altri generi musicali, come l'acid-jazz ad esempio.

Ci sentiamo la settiama prossima per la scelta dei brani vi lascio un altro post da leggere che parla del blues... ricordando che molti artisti jazz si sono esibiti anche nei generi blues e affini.Artisti come Nina Simone ed Ella Fitzgerald per esempio

Il jazz manouche (o gipsy jazz)

Il jazz manouche (o gipsy jazz) è uno degli stili del jazz. Si definisce jazz manouche quello stile musicale melodico cadenzato in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda (chitarre, bassi, violini...), tipico delle band tzigane. Questo genere musicale trae la sua origine dall'irripetibile esperienza artistica del chitarrista Django Reinhardt, che ne è considerato l'ideatore e il suo massimo esponente: egli ha reso possibile l'unione tra l'antica tradizione musicale zingara del ceppo dei Manouches e il jazz americano.

Il frutto di questa unione è un genere che coniuga la sonorità e la creatività espressiva dello swing degli anni '30 con il filone musicale del valse musette francese ed il virtuosismo eclettico tzigano.

Il gipsy jazz ha continuato ad evolversi per tutto il corso del secolo scorso ed ancora oggi continua ad affascinare i tanti appassionati. Tra i contemporanei vi sono Bireli Lagrene, Romane, Angelo Debarre, Stochelo Rosenberg, Manomanouche ed altri.





Il gypsy sta tornando di moda, offre una visione dell'improvvisazione opposta a certo jazz (quello più classico), è musica estremamente popolare (zingara): si parla di improvvisare sugli accordi e non sulla tonalità, quindi si usano prevalentemente arpeggi e questo colora molto la musica, aggiungici che il tutto è sempre in levare swingato e che le strutture dei brani son molto semplici, pochi accordi in AABA, e capirai quanto questo genere sia il sogno di ogni chitarrista (sassofonista ecc) che ama l'improvvisazione libera.

Consigliatissime le canzoni di Django come “Minor Swing” (utilizzata anche come colonna sonora in una parte del film “Chocolat”), ”J'attendrai” e “Nuages”; ma anche canzoni folk come “Les Yeux Noirs”, “Latcho Drom” e “O Pati Naschella”.

l Gypsy Jazz ha avuto origine in Francia, nei primi anni '30, ed ha avuto come fondatore un certo Django Reinhardt, uno zingaro proveniente dal Belgio.

Dopo un lungo girovagare per l'Europa, il suo gruppo nomade si fermò alla periferia di Parigi, dove Django risiederà per quasi tutta la sua carriera. Quando era giovane, era successo un fatto che cambiò radicalmente la sua carriera: la roulotte della famiglia fu divorata da un incendio; Django riportò gravi ustioni, tanto da perdere l'uso della gamba destra e di parte della mano sinistra (l'anulare e il mignolo, distrutti dal fuoco, furono saldati insieme dalla cicatrizzazione).

Reinhardt dovette abbandonare quindi il banjo (strumento che fino a quel momento suonava) per dedicarsi alla chitarra, molto più facile e morbida da suonare. Forse anche la sua menomazione ha contribuito a far sì che il suono che esprimeva con ogni nota fosse unico ed inimitabile. Anni dopo anche Toni Iommi, grande chitarrista dei Black Sabbath, affrontando lo stesso problema di menomazione avrebbe preso spunto da lui per continuare a suonare.

Questo genere musicale in Francia è comunemente chiamato “Manouche”. Il nome deriva dal ceppo zingaro dei manouche, detti anche Sinti. In questi gruppi di nomadi lo stile musicale veniva tramandato oralmente di generazione in generazione, dal padre al figlio, proprio perché non era usuale scrivere spartiti o cose simili.







La strumentazione è prevalentemente acustica, e la line-up standard (quella ad esempio del “Quintette Du Hot Club”, gruppo dove Django ha suonato per alcuni anni) è composta da due chitarre ritmiche, un violino,un contrabbasso e una chitarra solista; questa struttura è poi soggetta a variazioni in base al numero di musicisti.

La tecnica è particolare e differisce da altri generi musicali, infatti non è presente la batteria, e il ritmo viene dato dalle chitarre ritmiche con una particolare tecnica chiamata “la pompe”.

È un genere molto complesso essendo un sottogenere del jazz, e ovviamente la parte di improvvisazione è fondamentale. Le due chitarre ritmiche danno un accento percussivo e ritmato, che fa da sottofondo alla parte melodica della chitarra solista, che propone il tema principale.

Il Gypsy è definito anche “jazz europeo”, perché è sì nato in Francia, ma, essendo stato sviluppato dagli zingari, che come sappiamo sono nomadi, ha acquisito le culture musicali dei posti più svariati. Si può insomma dire che questo genere sia un mix delle culture musicali di tutta Europa, e non solo.

Molti brani di questo genere sono pezzi appartenenti alla discografia di Django, ma anche pezzi folk di vari luoghi europei riarrangiati in chiave Gypsy, oppure “standard jazz” (brani pop degli anni '20 e '30) anch'essi rivisti e adattati a questo genere.

Da ascoltare poi stupendi standard come il motivetto “All of me”, la virtuosistica “After you've gone” e ”Caravan”.



Il Gipsy Jazz ha continuato ad evolversi per tutto il corso del secolo scorso ed ancora oggi continua ad affascinare tanti appassionati. È importante ricordare che è stato ed è ancora oggi molto influenzabile da altri stili musicali, quali il flamenco o lo swing.

E non è affatto un genere morto e sepolto... anzi! Artisti contemporanei come The Rosenberg Trio, Bireli Lagrene, Angelo Debarre, Tchavolo Schmitt, Romane, Fapy Lafertin e l'italiano Dario Pinelli stanno portando avanti la tradizione del genere in modo magistrale (ascoltare per credere!).

Questa musica trasmette emozioni diverse in ogni pezzo che si ascolta, ha il potere di accompagnarti in viaggi stupendi tra atmosfere romantiche e sognanti, rivelando ogni volta sfumature e sensazioni che l'ascolto precedente non era stato in grado di percepire.

Una calda giornata afosa di mezza estate o una tempesta appena placatasi, un fanciullo che gioca nel cortile di casa o il motivetto alla radio che accompagna una partita a carte in un bar semideserto: tutto questo è quello che il Gypsy trasmette, sensazioni, figure e paesaggi diversi che si incontrano con suoni e melodie inconfondibili.

E allora il mondo diventa quello della tranquillità e della spensieratezza, un mondo che oggi non esiste più, un mondo che questa musica riesce a ricreare alla perfezione, e anche se non lo si è vissuto, lo riesce a far divenire nostro... Almeno per il tempo di una canzone.


Django Reinhardt
Joseph Reinhardt
Bireli Lagrene
Angelo Debarre
Stochelo Rosenberg
Dario Pinelli
Joscho Stephan
Stéphane Grappelli
Caravan Palace





http://it.wikipedia.org/wiki/Jazz_manouche

http://en.wikipedia.org/wiki/Gypsy_jazz



http://www.djangoreinhardt.it/home.htm

Trovate la serata jazz qui