mercoledì 21 maggio 2008

Keith Jarrett

Keith Jarrett pianista che fonde in modo magistrale la musica classica ed il jazz, riuscendo a creare delle armonie uniche, è uno degli artisti jazz più venduti
La musica che suona ha le sue radici nel pianismo di Bill Evans, che ha trasformato attraverso la ricerca sonora aperta al free jazz alla classica e alla musica minimale.
Bambino prodigio inizia a strimpellare il piano a soli 3 anni ed a 9 da il suo primo concerto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Keith_Jarrett
http://en.wikipedia.org/wiki/Keith_Jarrett

http://www.keithjarrett.it/

"My Funny Valentine / Song" Keith Jarrett Trio

http://it.youtube.com/watch?v=qIJuYpe2BHA


Tra le informazioni che ho trovato in rete e nei libri su Jarrett dice che il suo jazz è aperto al free jazz alla classica e alla musica minimale,
Non conoscendo la musica minimale ho cercato se ci fosse in wiky qualche informazione su questo genere di musica

La musica minimale che cos'è?

http://it.wikipedia.org/wiki/Minimalismo

Il minimalismo nella musica [modifica]

Il minimalismo musicale, importante sorgente espressiva della musica della seconda metà del ’900, analogamente e parallelamente al minimalismo delle arti visive, è nato negli Stati Uniti, principalmente sull'onda creativa di Philip Glass, Steve Reich, La Monte Young e Terry Riley, il cui brano IN C del 1964 è da alcuni considerato la pietra miliare del movimento espressivo.
Da subito si è imposto con modalità e gesto musicale originali, che si affrancavano completamente dall’evoluzione delle scuole musicali europee, a partire dal cammino della scuola seriale di Vienna, fino a giungere allo sperimentalismo di musica elettronica, aleatoria e concreta maturate principalmente nelle scuole di Darmstadt e Parigi.

Il percorso è invece quello di una estrema semplificazione della struttura e delle modalità esecutive.

L’architettura della musica minimale si sviluppa su cellule melodiche brevi e semplici, e su figure ritmiche immediate, e dipana il discorso creativo sulla ripetizione, spesso ossessiva, di tali moduli, mentre il castello armonico e timbrico si evolve a formare la chiave espressiva dell’opera, utilizzando talvolta strumenti di raro utilizzo e sonorità inusuali, con la complicità dell’elettronica e della musica popolare.
Nella maturazione di questa modalità vi è un riferimento a formule musicali tipiche della musica etnica proveniente da aree sociali nelle quali il ritmo e il suono percussivo e ricorsivo erano caratteristiche strutturali, come nella musica della zona centrafricana. Ma lo spunto è soltanto una cellula intellettuale dalla quale generare forme che permettono chiavi espressive interessanti e diversificate.

Philip Glass, considerato l’autore di riferimento della corrente musicale, interpreta il minimalismo nel modo più puro, e le sue opere sono paradigmatiche nella ricerca espressiva della corrente.
Steve Reich utilizza la modalità minimale con grande fedeltà, per comporre però opere contaminate dall’interazione con diverse forme espressive, con l’influsso di spunti filosofici nel gesto creativo, e con un sensibile intento di ricerca ed innovazione. Steve Reich è inoltre l'autore di un breve saggio dal titolo "music as a gradual process" che ben sintetizza la prassi compositiva minimalista.
John Adams utilizza la modalità comune della corrente per comporre opere, spesso con il contributo vocale, il cui intento espressivo è spesso connesso a maglie strette con la realtà sociale e politica in cui è immersa la società a lui contemporanea.
Nelle creazioni dell’inglese Michael Nyman invece la modalità del minimalismo è stata abilmente utilizzata per la costruzione di forme di più semplice fruibilità. La sua musica ha riscontrato un maggiore impatto su un vasto pubblico, con una frequente interazione con il mondo del cinema per la realizzazione di colonne sonore.

Nell’ambito della musica europea della seconda metà del ‘900 e dei giorni nostri il minimalismo ha più o meno indirettamente influito sulla creazione di alcuni autori, prevalentemente di area slava o balcanica, e tendenzialmente orientati ad una creatività mistica. La musica del polacco Henryk Górecki è quella che maggiormente mostra i segni dell’influenza minimalista, ed alcune delle sue creazioni rispettano abbastanza fedelmente le modalità strutturali della corrente. L’estone Arvo Pärt mostra in molte sue opere un’affinità con il minimalismo, più nell’intento creativo che ne rigoroso rispetto dell’architettura musicale. L'olandese Louis Andriessen fa proprio il concetto di "ripetizione" tipico della musica minimalista, installandolo però su un tessuto musicale affatto personale, spesso molto cromatico (a differenza degli autori americani, prettamente diatonici).

In Italia negli anni '90 è stato significativo il connubio tra filosofia minimalista e monodia gregoriana attuato da Gianmartino Durighello in opere prevalentemente vocali, alla ricerca di una profonda suggestione mistico-religiosa.

Attualmente in Italia il minimalismo si esprime soprattutto con Ludovico Einaudi e Stefano Ianne. Il primo si esprime prevalentemente con melodie pianistiche minimali impreziosite da cenni elettronici (vedi album "Divenire" 2006 - Decca) pertanto affine alla scuola di stile europeo; il secondo è decisamente sinfonico (vedi album Variabili Armoniche" 2006 - Artesuono Fenice D.M.) nel quale infinite variazioni e microvariazioni rinnovano i temi musicali, più vicino alle posizioni americane. In questo ultimo caso potremmo parlare di un minimalismo come metafora dei tempi, logorati dalla ripetizione. Entrambi sono estremamente evocativi.

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